Rischio ambientale dovuto ai lavori per il raddoppio ferroviario Messina-Catania? È quanto denunciano Sud Chiama Nord e Pd, dopo che il rilievi dell’Arpa hanno registrato presenza di arsenico oltre la soglia consentita. Una nuova grana per Webuild, il consorzio che sta realizzando l’opera, con la direzione dei lavori di Rfi, accusato di non avere smaltito come previsto dalla legge il materiale di risulta dell’operazione di perforazione nell’area ionica dei Monti Peloritani con l’obiettivo di scavare una galleria: le rocce e le terre sono ricche di vari metalli e anche di arsenico, appunto, utilizzato in vari modi ma arcinoto nell’immaginario collettivo (e letterario e cinematografico) come sostanza molto velenosa.
La concentrazione oltre i limiti di legge non dipende dai lavori di Webuild. Resta però che la natura di queste zone era conosciuta già in fase di progettazione e ciò nonostante una soluzione per lo stoccaggio di materiale contaminato non è stata ancora trovata. Nel frattempo, nel materiale di risulta accantonato nella zona dei lavori di traforo della galleria Sciglio, a Nizza di Sicilia, il rilievo dell’Arpa del 30 settembre ha dato una concentrazione di arsenico pari a 120 microgrammi, quando le soglie consentite dalla legge sono di 20 in zone a destinazione verde e di 50 in zone a destinazione commerciale-industriale.
Per questo Giuseppe Lombardo, deputato regionale per Sud Chiama Nord e sindaco di Roccalumera, paese della costa ionica messinese confinante con Nizza, ha inviato un esposto in procura, denunciando il mancato smaltimento di rifiuti con rischio ambientale: “Stiamo parlando di 14mila tonnellate di terre e rocce da scavo con concentrazioni di arsenico superiori ai limiti stabiliti dalle Csc (concentrazione soglia di contaminazione, ndr)”. Migliaia di tonnellate lasciate all’aperto per mesi e sparse in tutto il territorio dalle piogge degli ultimi giorni, denuncia Lombardo: “È questo che, a mio avviso, ha esposto l’ambiente circostante, comprese le falde acquifere, a un potenziale inquinamento da metallo pesante, quale l’arsenico”.
In una relazione del comune di Nizza di Sicilia i tecnici hanno annotato che “i valori fuori soglia probabilmente possono essere imputabili anche all’azione dell’acqua piovana che sciogliendo l’arsenico in piccole quantità, ne provoca la percolazione nel terreno”. Non una diretta conseguenza del cantiere ma una circostanza che doveva “essere prevista e gestita di conseguenza”, sottolinea il deputato Ars di Sud chiama Nord.
Il Pd, con un’interrogazione firmata dalla deputata Stefania Marino, si rivolge al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: “La scelta del consorzio di depositare temporaneamente il materiale presso il Villagio Unrra, una zona densamente abitata a poche decine di metri dal mare ha suscitato non poche perplessità nella comunità locale come la decisione, da parte del consorzio di chiedere un incontro all’Arpa e alla stazione appaltante per condividere le modalità di gestione dei predetti materiali senza, indipendentemente dall’obbligo di legge, coinvolgere l’Asp di Messina”. Le osservazioni del Pd dello Stretto ricalcano gli stessi argomenti di Lombardo: “Emerge dai risultati delle analisi che ogni chilogrammo contiene in media 80 milligrammi di arsenico per un totale di oltre una tonnellata di arsenico. Dal deposito posto in contrada Volpone (a Nizza di Sicilia, ndr) le forti piogge hanno portato con sé materiale stoccato nelle vasche d’accumulo dei fanghi contaminati d’arsenico. Lo stoccaggio di questi materiali da oltre tre mesi senza adeguate misure di contenimento non solo può aver contaminato l’ambiente circostante ma anche le falde acquifere con un rischio elevato di inquinamento da arsenico”.
Per questo Marino chiede al ministro: “Alla luce dei fatti esposti quali misure, di sua competenza e nel rispetto delle competenze in materia sanitaria della regione, il Ministro interrogato intenda adottare affinché non solo si faccia chiarezza in merito allo stoccaggio dei materiali di cui sopra ma venga avviato nel territorio siciliano una mappatura dei siti a rischio biologico- sanitario per provvedere ad una loro bonifica al fine di tutelare la salute delle comunità locali”.
“Siamo stati attenti non soltanto agli aspetti ambientali ma principalmente a quelli della salute sia dei lavoratori che dei cittadini. Infatti, le analisi effettuate sulla componente aria, acqua e terreno hanno già dato dei primi risultanti rassicuranti. In aria non vi sono tracce dell’inquinante che potrebbero dare fastidio alla salute umana”, rassicura Filippo Palazzo, commissario straordinario del nuovo collegamento ferroviario Palermo, Catania, Messina.