Cinema

Assolto dopo 10 anni Alberto Gimignani, l’attore di Un Posto al Sole: “Una sentenza liberatoria. Finora mi hanno chiuso tutte le porte, alla faccia della presunzione di innocenza”

Era stato arrestato nel luglio del 2014 con l’accusa di essere l’autore di furti di telefonini che assieme ad una banda poi rivendeva: il suo volto finì con un’accusa mai provata su tutti i tg, carriera rovinata e un calvario conclusosi solo nelle scorse ore

di F. Q.
Assolto dopo 10 anni Alberto Gimignani, l’attore di Un Posto al Sole: “Una sentenza liberatoria. Finora mi hanno chiuso tutte le porte, alla faccia della presunzione di innocenza”

Alberto Gimignani è stato assolto con formula piena dopo 10 anni di calvario. Il protagonista di Distretto di polizia, La Piovra e Un Posto al Sole, ma anche caratterista in film di Muccino e Zalone era stato arrestato nel luglio del 2014 con l’accusa di essere l’autore di furti di telefonini che assieme ad una banda poi rivendeva. Gimignani si fece due settimane di carcere e sei mesi di domiciliari. Il suo volto finì con un’accusa mai provata su tutti i tg, carriera rovinata e un calvario conclusosi solo nelle scorse ore. “Una sentenza liberatoria, l’emozione più grande che ho provato dopo la nascita di mio figlio”, ha voluto commentare felice ma esausto lo stesso Gimignani.

L’attore ha infatti ricordato che si trovava negli Stati Uniti dal figlio quando suo padre lo chiamò per dirgli era ricercato dalla polizia: “Da quel momento in poi fino a ieri mattina è stato un cambio di vita totale. La mia professione ha subito un arresto immediato. Ho sempre lavorato in radio e avevo anche dei buoni crediti, ma questo ha bloccato tutto. Da quel momento in poi non ho quasi più lavorato“. Gimignani è tornato al ricordo degli anni vissuti da isolato dal mondo e da tutti: “Tutti, di fronte alla notizia di un arresto, dicono ‘eh beh, qualcosa aveva fatto’. Dal punto di vista professionale ti vengono chiuse tutte le porte, alla faccia della presunzione di innocenza”.

“Ho lavorato, ho fatto pochissime cose marginali, ma non certo le fiction o i film in prima serata che facevo fino a luglio del 2014 – ha continuato – Mi sono reso conto che una notizia del genere non si risolve in due o tre mesi, come pensavo. Ho cambiato vita, ho lavorato in Francia, e questo mi ha un po’ salvato dal congelamento artistico che invece in Italia è stato messo in pratica”. Il calvario si è concluso ieri quando la prima sezione del Tribunale Ordinario di Roma lo ha assolto in primo grado con formula piena perché il fatto non sussiste. Ora i suoi avvocati continueranno la battaglia per un “giusto risarcimento non solo per la lunga attesa ma anche per quella gogna mediatica che gli ha gravemente compromesso la carriera di attore”.

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