Crime

Denise Pipitone, il padre legale chiede la riapertura delle indagini: “C’è segreto istruttorio, non posso rivelare le novità”

A fare istanza di riapertura è Tony Pipitone, il padre legale della bambina nata da una relazione tra la madre Piera Maggio e Pietro Pulizzi

di Alessandra De Vita
Denise Pipitone, il padre legale chiede la riapertura delle indagini: “C’è segreto istruttorio, non posso rivelare le novità”

Uno scenario nuovo per Denise Pipitone: è ciò che si può ipotizzare dalla richiesta di riapertura delle indagini sul caso della bambina siciliana di quasi quattro anni, scomparsa il primo settembre 2004 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, mentre giocava davanti la casa della nonna materna.

La richiesta
A fare istanza di riapertura è Tony Pipitone, il padre legale della bambina nata da una relazione tra la madre Piera Maggio e Pietro Pulizzi. A vederla per l’ultima volta, quel mattino, fu la zia Giacoma, sorella della madre. Denise scomparve dal marciapiede davanti casa dopo che il fratellino che la sorvegliava era appena rientrato in casa per pranzare, poco prima di mezzogiorno. Il suo fu un rapidissimo rapimento da parte di chi, con tutta probabilità, sapeva dove trovare la bambina quel giorno. Tony Pipitone, che ha cresciuto la piccola Denise, a distanza di tre anni dall’ultima archiviazione disposta dal gip di Marsala, non si rassegna ed è tornato a chiedere ai magistrati siciliani di indagare. Quali siano gli elementi nuovi che giustificherebbero una riapertura del caso non è noto.

Non posso dire se ci sono elementi nuovi perché la Procura non ha ancora provveduto sulla nostra istanza”, ha commentato il legale di Pipitone, l’avvocata Luisa Calamia. L’istanza, comunque, fa presupporre che ci siano circostanze inedite sul caso, elemento indispensabile per una riapertura dell’inchiesta. “La Procura non ha ancora risposto, quindi c’è un segreto istruttorio“, ha aggiunto la legale di Pipitone, Luisa Calamia. Ma non essendoci un’inchiesta, il segreto istruttorio ancora non è stato posto.

Le accuse
Della scomparsa venne inizialmente accusata Jessica Pulizzi, figlia di Anna Corona e di Pietro Pulizzi, padre naturale di Denise. La ragazza, per gli inquirenti, rapì Denise per ritorsione nei confronti della Pipitone, per punirla di aver avuto la bimba dal padre, che quando venne alla luce Denise era sposato con sua madre. Ma, dopo anni di processo, Jessica è stata assolta con sentenza definitiva. Non sono mancati negli anni i depistaggi e i falsi avvistamenti che hanno portato più volte alla riapertura delle indagini. L’ultima risale al 2021 quando vennero iscritti nel registro degli indagati Anna Corona e Giuseppe Della Chiave, accusati di concorso nel sequestro. Insieme a loro furono accusati anche Paolo Erba e Antonella Allegrini, una coppia di romani che avevano dichiarato il falso, ovvero di essere a conoscenza di particolari sul caso della scomparsa di Denise. Dopo mesi di indagini, la Procura chiese l’archiviazione per i due romani che confessarono di aver inventato tutto. Anche le indagini su Corona e Della Chiave vennero archiviate dal giudice delle indagini preliminari con queste motivazioni: “Un colpevole a tutti i costi, a prescindere dalla verità non serve a nessuno. Al sistema giudiziario, ai familiari della piccola Denise, all’opinione pubblica, che da sempre segue con estremo interesse ed empatia la drammatica vicenda di cronaca”. Secondo il giudice, dalle “indagini lunghe e incredibilmente vaste” della procura non sono emersi elementi sufficienti per un rinvio a giudizio “che non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona”.

L’ultimo avvistamento e le cimici
Nel 2021 la storia di Denise è tornata alla ribalta della cronaca nazionale e internazionale dopo che un’emittente televisiva russa diede notizia del ritrovamento della bambina, riaccendendo le speranze nei familiari di poterla riabbracciare. Fu presto tutto smentito dall’esame del Dna. A quel falso ritrovamento sono seguiti numerosi avvistamenti altrettanto fasulli, pervenuti al legale della madre di Denise, da parte testimoni che però non hanno dimostrato di essere attendibili. Sono state diffuse anche le dichiarazioni di una ex magistrata, che indagò sulla vicenda nel 2004, e che dichiarò di aver elementi nuovi novità sulla scomparsa. La donna è stata poi condannata a un anno per false informazioni alla Procura.

A maggio di quest’anno la scomparsa di Denise ha visto un’altra svolta improvvisa. Dopo 20 anni, infatti, Piera Maggio ha trovato delle cimici in due angoli del suo appartamento durante dei lavori di manutenzione, una nel garage e l’altra nell’androne. “Questo fatto mi ha portato di nuovo indietro negli anni. Erano ancora collegate alla corrente, non sappiamo se qualcuno fosse all’ascolto. La Procura ha convalidato il sequestro delle cimici e stanno cercando di capirne la provenienza”.

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