di Giorgio Boratto
La questione dei migranti è diventato il tema politico che da diversi anni ha spostato l’elettorato a destra ed è stato responsabile anche della Brexit; bisogna sapere dell’insofferenza degli inglesi verso i migranti polacchi e in genere dell’Europa dell’est. L’uscita della Gran Bretagna dall’Europa però non ha fermato la migrazione dei cittadini dell’est.
Quest0’anno è uscito per Einaudi un libro di Hein de Haas, Migrazioni – La verità oltre le ideologie, che smentisce tutti i dati delle attuali migrazioni.
Non è vero che queste siano aumentate, ma restano nei numeri di quelle dello scorso secolo. I dati del libro smentiscono molti miti legati alle migrazioni, come ad esempio quella dell’invasione: la maggioranza dei migranti arriva senza violare nessuna legge. Poi in verità fondamentalmente la principale migrazione rimane quella interna ad ogni paese: il flusso verso le città, verso l’urbanizzazione; l’esodo rurale.
Le migrazioni internazionali nell’età cosiddetta moderna e industriale vede la storia delle migrazioni dalle aree rurali a quelle urbane. La maggioranza di noi discende da contadini e se andiamo indietro anche solo di due generazioni scopriremmo di avere familiari contadini che si sono spostati in città.
La storia del mondo si potrebbe definire una storia di migrazioni; da sempre gli uomini si sono spostati da un luogo all’altro del globo e sempre hanno portato con sé i propri costumi e tradizioni. Non dovremo mai dimenticare che tutti abbiamo una origine di nomadi. Tutte le migrazioni fanno spostare uomini e donne; fanno spostare persone, mondi, culture e voglia di vivere, di crescere. Infine per leggi di compensazione, leggi anche di natura economia, le migrazioni fanno progredire e non regredire: aumentano la gioventù invece che la vecchiaia, la popolazione colpita dalla natalità insufficiente, i lavori più diversi… già, i migranti giungono per scelte politiche deliberate, per far fronte a carenze crescenti di manodopera.
In questo contesto migratorio bisogna dire che un ruolo egemonico culturale ed economico è stato svolto dall’Europa. Con la Spagna, il Portogallo, la Francia e l’Inghilterra è stato dato origine al sistema coloniale, che ha dato origine alla più grande migrazione forzata della storia dell’umanità, ovvero la tratta degli schiavi che ha visto circa 12 milioni di africani trasferiti in catene nelle Americhe. L’Europa è stata da continente di partenza delle migrazioni a quello di arrivo di oggi.
Il libro di Hein de Haas ci aiuta a capire che le migrazioni non sono solo buone o cattive; le migrazioni assumono un fattore scientifico e naturale che è molto complesso e per questo dovrebbero essere affrontate con un giudizio e soluzioni diverse da quelle usate fino ad oggi. Ancora il libro continua con una disamina che lega migrazioni e razzismo attraverso le varie epoche storiche anche recenti. Nelle oltre 400 pagine il libro ci fornisce molti elementi di riflessione: la migrazione rimane sempre il modo per aiutare lo sviluppo dei paesi da cui arrivano i migranti… che non attuano una fuga disperata ma svolgono con consapevolezza la pratica dell’esodo all’estero. Le rimesse dei migranti risultano oltre il doppio del reddito dei paesi da dove sono partiti. In breve, tutti abbiamo bisogno dei migranti…