Una ragazza di 14 anni è morta venerdì 25 ottobre intorno alle 8.30 dopo essere precipitata dal tetto del palazzo di sette piani in cui viveva con la madre, in via Quattro Novembre a Piacenza. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario e in vista dell’autopsia, è stato indagato e ha ricevuto un avviso di garanzia il fidanzato 15enne della vittima, presente sulla scena.
Il ragazzo indagato, di origine albanese come la vittima, con il quale la giovane sembra avesse una relazione che forse intendeva interrompere, era sul terrazzo quando è avvenuta la terribile vicenda. Il ragazzo ha subito allertato i soccorsi. All’arrivo delle autorità, è stato condotto dai carabinieri in caserma, dove è stato ascoltato dal Nucleo investigativo di Piacenza, insieme al capo della Procura Grazia Pradella e al pm della Procura dei Minori di Bologna. Secondo quanto riportato dal quotidiano Libertà di Piacenza, il ragazzo avrebbe parlato di un gesto volontario da parte della ragazza. Il 15enne è difeso dall’avvocato Ettore Maini, mentre la madre della giovane dall’avvocata Lorenza Dordoni. L’incarico per l’autopsia, fissata per lunedì, sarà affidato al medico legale Giovanni Cecchetto.
“L’ha buttata giù lui, non era pazza, né depressa, è stata l’ennesima vittima di violenza- ha scritto la sorella della vittima sui social –Era ossessionato da lei, ha provato in tutti i modi a liberarsi di questo reietto“. “Ciao principessa – la ricorda la sorella nel post – Sei sempre stata bellissima, intelligente e simpatica, amata da tutti, invidiata da molte! Il tuo animo ti ha resa sempre speciale come tutto il resto, ti amerò per sempre mio piccolo Angelo. L’ennesima vittima di femminicidio”
Gli amici di lei, sentiti dal quotidiano piacentino, sostengono che “non era il tipo da buttarsi” e che anzi “stava pianificando un viaggio a Parigi con la mamma”. E riferiscono di un tira e molla affettivo tra i minori, sostenendo che potessero esserci problemi tra i due.
La Procura per i Minori di Bologna sta portando avanti “serrate indagini” per ricostruire l’accaduto tramite accertamenti tecnici sui luoghi e sugli oggetti sequestrati, tra cui il cellulare della ragazza, e attraverso l’audizione di persone informate sui fatti, al fine di “chiarire la dinamica e i movimenti della minore nelle ore precedenti alla caduta, nonché valutare l’eventuale coinvolgimento di coetanei“.