Un uomo è morto in ospedale e altre 32 persone sono rimaste ferite dopo essere state investite da un camion alla fermata dell’autobus a nord di Tel Aviv. Il camionista è stato ucciso, riferisce la polizia, “neutralizzato” da civili armati nella zona. Si chiamava Rami Nathur, un arabo israeliano residente a Kalanseva, riporta la tv pubblica Kan. Secondo la polizia si sarebbe lanciato a grande velocità contro le persone scendevano da un autobus travolgendole. Circostanza confermata a Ynet da testimoni oculari: “Mentre scendevamo dall’autobus un camion è arrivato a tutta velocità e ci ha investito”. Gli investigatori sono convinti che si tratti di un’azione terroristica e parlano di attentato. Non i parenti del presunto attentatore, che parlano invece di problemi cardiaci sofferti dall’uomo. “Questo non è un attacco, Rami soffre di malattie e ha perso il controllo a causa di un malore”, hanno dichiarato a Ynet. Pur nella situazione di incertezza, nel pomeriggio è arrivato l’elogio di Hamas, che ha parlato di “operazione eroica” effettuata “vicino al quartier generale del Mossad”. Una “risposta naturale ai crimini dell’occupazione (israeliana) contro il nostro popolo palestinese a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme”. Hamas, però, in un comunicato ha elogiato “l’operazione eroica” ha aggiunto che si tratta di “una risposta naturale ai crimini israeliani contro il popolo palestinese a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme“.

Il tir ha colpito all’incrocio di Glilot, nei pressi di Herzliya, zona dove si trova il quartier generale del Mossad e diverse unità di intelligence dell’Idf, tra cui l’unità di intelligence 8200. Sulla stessa area, quattro giorni fa Hezbollah aveva indirizzato una raffica di missili poi intercettati da Iron Dome, il sistema difensivo. Il portavoce del servizio ambulanze Magen David Adom (Mda) afferma che 35 persone sono state portate in ospedale. Sei sono in gravi condizioni, cinque in condizioni moderate, 20 sono leggermente ferite e altre quattro soffrono di ansia acuta. Il portavoce dell’ospedale Ichilov di Tel Aviv aveva riferito che le condizioni di uno dei feriti sono molto gravi: “E’ in pericolo di vita, attualmente in sala operatoria”. Poche ore più tardi l’annuncio del decesso da parte dello stesso ospedale. Il portavoce della polizia Aryeh Doron ha detto che “il camion si è diretto verso un gruppo di persone vicino all’incrocio Gillot”. Secondo i media molti dei feriti erano anziani scesi da un autobus prima di visitare un museo nelle vicinanze.

“Siamo nel mezzo di una lunga e difficile guerra esistenziale, che ci sta chiedendo un prezzo doloroso. Siamo determinati a continuare la lotta contro coloro che attentano alle nostre vite. Continueremo a perseguire gli assassini e i loro emissari”. Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu alla cerimonia commemorativa per le vittime della campagna ‘Spade di Ferro’, la guerra iniziata con l’attacco di Hamas il 7 ottobre di un anno fa. “Aspettiamo un’indagine finale sull’incidente che ha avuto luogo questa mattina nella zona di Glilot, preghiamo tutti per la pace delle vittime”, ha aggiunto il premier israeliano.

L’attentato, se di questo si tratta, arriva dopo l’attacco di Israele all’Iran, sul quale il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà domani, su richiesta dell’Iran, per discutere dei raid. Teheran accusa Israele di aver violato il diritto internazionale e la propria sovranità e integrità territoriale con i suoi attacchi missilistici. Ma anche gli Stati Uniti: “Hanno collaborato con il regime sionista fornendo un corridoio spaziale e dotandolo di sistemi di difesa. L’Iran ritiene che la complicità degli Usa sia del tutto evidente,” ha dichiarato il ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Ancora: “Israele non ha potere nella regione senza l’aiuto degli Stati Uniti, che sono dunque coinvolti in tutte le aggressioni a Gaza, in Libano e in altri paesi. E tramite supporto politico, gli Usa non hanno permesso che alcuna dichiarazione venisse emessa contro Israele in nessun organismo internazionale.”

Netanyahu sostiene che “l’attacco è stato preciso e potente, e ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati: abbiamo danneggiato gravemente la capacità di difesa dell’Iran e la sua capacità di produrre missili”. E poi: “Il regime di Teheran deve comprendere un principio semplice: chiunque ci fa del male, noi gli facciamo del male”. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, ha descritto la richiesta dell’Iran di convocare il Consiglio di Sicurezza come “un ulteriore tentativo di danneggiarci, questa volta nell’arena politica”, respingendo l’accusa iraniana secondo cui Israele avrebbe violato il diritto internazionale.

Intanto la scorsa notte, sotto la direzione dell’Idf e dell’intelligence, l’aeronautica israeliana ha condotto “un attacco preciso sui terroristi che stavano operando all’interno di un centro di comando e controllo che era incorporato in un complesso che in precedenza fungeva da scuola Salah al-Din a Gaza City“. Lo ha annunciato l’Idf in un post su Telegram. “Il centro di comando e controllo è stato utilizzato dai terroristi di Hamas per pianificare ed eseguire attacchi terroristici contro le truppe dell’Idf e lo Stato di Israele”, dice l’Idf. “Prima dell’attacco, sono state adottate numerose misure per mitigare il rischio di coinvolgere civili”.

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