Televisione

“Avrei potuto perdere mia figlia, due mesi in terapia intensiva vedi di tutto”: Sonia Bruganelli crolla in lacrime a “Ballando con le stelle”

La concorrente ricorda l'esperienza vissuta con la figlia Silvia, venuta alla luce con una cardiopatia che ha reso necessaria un'operazione poco dopo la nascita

di Emanuele Corbo
“Avrei potuto perdere mia figlia, due mesi in terapia intensiva vedi di tutto”: Sonia Bruganelli crolla in lacrime a “Ballando con le stelle”

ABallando con le stelle” Sonia Bruganelli ricorda la malattia e la sofferenza della figlia Silvia Bonolis, oggi 21 anni, nata con una cardiopatia che ha reso necessaria un’operazione appena la bambina è venuta alla luce. Un’esperienza che ha profondamente segnato la famiglia intera, e che nella puntata in onda il 26 ottobre su Rai 1 l’imprenditrice ripercorre non senza emozione.

Il filmato trasmesso prima della sua esibizione con Carlo Aloia mostra Sonia Bruganelli in sala prove aprirsi su quel che la musica scelta per la performance le smuove: “Questa settimana è stata emotivamente faticosa” spiega. “È una canzone che associo a un periodo di rabbia. Purtroppo a 27 anni ho vissuto il dolore più grande in un momento in cui avrei dovuto vivere la gioia più grande”. Quindi il racconto di quando, a poche settimane dal parto, i medici le diedero la notizia: “La cosa più grande e bella che puoi fare per tua figlia è darle la vita, ma darle anche la salute, una vita di sorrisi, corse, pianti, e all’improvviso ti rendi conto che la vita di tua figlia sarà una vita in salita. Mia figlia Silvia è nata con una cardiopatia diagnosticata all’ottavo mese di gravidanza, con tutte le negligenze del caso, non nostre”.

Bruganelli specifica infatti come si fosse sottoposta a tutti i controlli di routine, eppure la patologia venne diagnosticata tardi: “Mi sono trovata ad affrontare l’ultimo mese di gravidanza e la nascita di mia figlia con la consapevolezza che avrebbe dovuto essere operata al cuore”. La concorrente si apre davanti alle telecamere circa il modo in cui decise di reagire a quella situazione: “Ho scelto volutamente di anestetizzarmi per i mesi che lei è stata in ospedale, perché vedevo quello che succedeva e quello che poteva succedere. Avrei potuto perderla, vedevo bambini che non ce la facevano, due mesi in terapia intensiva vedi tutto”.

Un’esperienza che ha avuto un impatto forte su tutta la famiglia: “Abbiamo scelto di fare fronte comune, siamo stati e ancora siamo un nucleo fortissimo, però questa cosa ci ha cambiato, lui (Bonolis, ndr) ha esorcizzato col suo lavoro, io in altro modo”. A un certo punto bisogna imparare a guardare avanti. In questo sembrerebbero esserle stati d’aiuto anche gli altri due figli, Davide e Adele: “Vedi che ce la si può fare, vedi lei e gli altri figli che crescono, che ti mettono una mano sulla spalla e ti dicono: ‘Mamma, ora vivi. Quello che dovevi fare l’hai fatto’”.

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