Non solo Letizia Moratti. C’era anche il presidente del Senato Ignazio La Russa tra gli obiettivi politici delle operazioni di spionaggio della banda dei dossier che secondo la Procura di Milano era guidata dall’ex superpoliziotto Carmine Gallo e dal presidente di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali. E’ il 19 maggio 2023 – quando La Russa già ricopre la seconda carica dello Stato – che Pazzali negli uffici della sua società di investigazioni chiede ai suoi di fargli un report sull’alto dirigente di Fratelli d’Italia. Nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta lo scambio parte con la richiesta con nome e cognome (“Ignazio La Russa!”). Nunzio Samuele Calamucci, l’informatico ideatore della piattaforma Beyond che elaborava i dati per i pm scaricati illegalmente dalle banche dati della polizia, risponde: “Del 53”. E Pazzali: “No, ha settantacinque anni lui ha… Vai giù… Giù, giù… Questo… Diciotto luglio… Esatto, abita in…”. Qui l’intercettazione si fa incomprensibile, ad ogni modo il presidente del Senato è nato effettivamente il 18 luglio (del 1947).

La ricerca non si ferma a lui, ma prosegue sul figlio Geronimo: avvocato che si occupa di diritto societario, è tra le altre cose presidente dell’Aci di Milano e membro del cda della società di progetto che ha gestito la realizzazione della quinta linea di metropolitana di Milano, la M4. . “E metti anche un altro se c’è – dice ancora Pazzali – Come si chiama l’altro figlio? Come si chiama? Eh… Geronimo, come si chiama Geronimo La Russa? Prova Geronimo La Russa, ma non si chiama Geronimo. Come cazzo si chiama Geronimo? Antonino La Russa?”. Le voci si confondono ma alla fine il bersaglio è centrato: “Lui è dell’ottanta… infatti c’è La Russa Antonino Junior Giovanni. Stavo pensando sia Antonino sia Ignazio… il Kpmg dov’è?”. Kpmg è una delle più grandi aziende di revisione e consulenza societarie. Pazzali ai suoi chiede ancora, riferendosi al terzogenito del senatore: “Leonardo sull’intelligence non ha niente?”.

Durante la conversazione si sente parlare anche il tecnico informatico Samuele Abbadessa, anche lui tra gli indagati. “Arrivato qua, già state eseguendo l’intelligenza artificiale, quindi fra un minuto già ci possiamo…”. Secondo i magistrati potrebbe riferirsi all’uso di un particolare programma che integra le informazioni raccolte dalle varie banche dati, come lo Sdi, l’archivio del Viminale consultabile dalle forze dell’ordine. Beyond, secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, è un sistema che funge “da aggregatore di dati e informazioni che il gruppo di Equalize“, società al centro dell’inchiesta, “attinge direttamente da banche dati istituzionali, e in particolare da quelle in uso all’Amministrazione Finanziaria e al ministero dell’Interno, mediante violazione dei relativi sistemi informatici”. E questo fa capire anche un altro passaggio, di poco successivo. “Allora, c’abbiamo Ignazio La Russa che continua a venire… Esce arancione“. E Pazzali risponde: “Quello di Guareschi… Cosa ne dici? Non può essere arancione, quello deve essere rosso… Condannato”. Quello che si può capire, insomma, è che i vari colori davano subito un’idea del materiale (anche giudiziario evidentemente) trovato sulle varie persone oggetto di ricerca.

Il presidente del Senato in una nota dice di conoscere da anni Pazzali e che l’ha sempre ritenuto “una persona perbene” che “vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Attendo di avere altri elementi, quindi, prima di un giudizio definitivo assai diverso su di lui”. “E’ noto – aggiunge La Russa – che i suoi attuali ruoli in Fiera non dipendano da FdI né tantomeno da me e sono stupito più che allarmato dalle notizie di una sua azione di dossieraggio nei miei riguardi. Sono infine disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la ‘colpa’ di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati. Ora l’unica cosa che mi premerebbe sapere è chi possa aver commissionato il dossieraggio contro la mia famiglia“. Tra coloro che hanno espresso “la più sincera solidarietà” a La Russa c’è il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che parla di “gravi violazioni della privacy”. “Scenari come quelli che si vanno delineando sono preoccupanti e potrebbero rappresentare una minaccia alla democrazia” conclude.

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Nella foto in alto | Il presidente del Senato Ignazio La Russa col figlio Geronimo

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