di Derek Zoli

Un mio amico, piccolo artigiano, si è trovato ad affrontare un problema non indifferente. Utilizza da tempo un software gestionale commerciale molto semplice, diffuso e apprezzato per la fatturazione elettronica e la gestione dei ddt. Il suo principale cliente, una grande azienda quotata in borsa, gli ha recentemente richiesto un adeguamento: le fatture elettroniche dovevano includere riferimenti dettagliati ai documenti di trasporto e ai numeri degli ordini di lavoro. Il suo software li gestisce solo parzialmente, limitandosi agli obblighi di legge. Dopo un cordiale scambio di email con il produttore del software è stato chiaro che non erano previsti aggiornamenti imminenti per soddisfare questa esigenza. La soluzione proposta era di modificare manualmente il file della fattura, un processo lungo e soggetto a errori, soprattutto considerando le centinaia di righe da inserire.

Di fronte a questa situazione, il mio amico stava valutando di cambiare software gestionale, passando a una soluzione più costosa, andando incontro a un investimento significativo, in particolare per una piccola attività come la sua. C’era però una cosa che mi ronzava nella testa: quel “modificare manualmente il file .xml”.

Io oggi ho 50 anni suonati e non faccio più lo smanettone al pc come quando ne avevo 16-17. Fossi stato oggi quello di quei tempi andati probabilmente avrei provato a fargli un piccolo applicativo, immagino che ci avrei messo qualche giorno, facendo decine di prove, fino ad arrivare forse al risultato richiesto. Tuttavia sono il 50enne che per tutta l’adolescenza ha smanettato al pc, col pascal, il C++, il clipper e che da un po’ di tempo ha risvegliato l’interesse all’informatica con l’arrivo della AI: non so più programmare, ma di sicuro so cosa vorrei che facesse il programma che mi serve. Ho scelto Claude di Anthropic (per gli artefatti).

Ho dialogato con l’AI in italiano, fornendo istruzioni chiare ma non eccessivamente tecniche. Il mio obiettivo era creare una piccola applicazione web che permettesse di caricare il file della fattura generato dal gestionale, individuare i riferimenti ai documenti di trasporto e ai numeri degli ordini, mostrarli in una tabella per un controllo visivo e infine inserire automaticamente queste informazioni nel tracciato. In poche ore e con un costo minimo di 20 euro (un mese di abbonamento a ClaudePro), sono riuscito a sviluppare la soluzione. Il mio amico ora può utilizzare questa applicazione con pochi clic, senza dover intervenire manualmente sui dati e riducendo al minimo il rischio di errori. La fattura modificata può essere inviata allo Sdi, soddisfacendo le specifiche richieste dal suo cliente.

Questa esperienza mi ha fatto riflettere profondamente sull’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo nelle nostre vite. Se il mio amico avesse avuto questo problema solo otto mesi fa, probabilmente non avrei pensato di poterlo aiutare. Avrebbe dovuto cambiare software, affrontando costi significativi. Invece, grazie all’AI, abbiamo trovato una soluzione rapida, efficiente e risolutiva. Mi sono anche chiesto: se fossi stato un consulente informatico o un programmatore, quanto avrei fatto pagare per sviluppare una procedura simile? E, in una prospettiva più ampia, quanto tempo passerà prima che professionisti come programmatori e consulenti informatici vedano il loro lavoro cambiare radicalmente? Se un cinquantenne con datate basi di informatica può guidare un’AI a realizzare in poche ore ciò che prima richiedeva giorni, il panorama professionale è destinato a stravolgersi rapidamente.

Sono rimasto colpito dalla semplicità con cui io e Claude ci siamo capiti: se ho capito qualcosa da questo piccolo esperimento (semmai ce ne fosse stato bisogno) è che per sfruttare la AI sarà sempre meno importante sapere come chiedere le cose (prompt engineering) mentre sarà sempre più fondamentale sapere cosa chiedere. Se abbiamo le idee chiare l’AI è e sarà sempre di più una risorsa eccezionale e fondamentale.

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