La risposta di Israele all’Iran è stata calcolata e in linea con le preferenze degli Stati Uniti, puntando a colpire siti militari senza provocare gravi ripercussioni regionali sulla sicurezza, la vita civile o l’economia. Questo approccio moderato mette l’Iran faccia a faccia con gli Stati Uniti: l’operazione limitata di Israele segnala che Washington è ora il garante diretto contro qualsiasi potenziale rappresaglia iraniana, chiarendo che una risposta verrebbe gestita dagli Usa. Questa tattica serve a ridurre le opzioni di risposta dell’Iran, che potrebbe preferire evitare un confronto diretto con Israele e i suoi alleati.
Questo attacco stabilisce tuttavia punti strategici futuri importanti per Israele, come l’ingresso nello spazio aereo iraniano e la dimostrazione della capacità dell’aeronautica israeliana di raggiungere l’Iran con attacchi a lungo raggio, sia attraverso aerei che con missili di precisione difficili da intercettare. Sebbene l’azione sembri allinearsi con le preferenze degli Usa, di fatto, Israele supera una significativa barriera nella sua strategia di deterrenza nei confronti dell’Iran, adottando un approccio diretto e indipendente.
Selezionare gli obiettivi oggi può rispecchiare le scelte dell’attuale amministrazione democratica, ma la crescente fiducia di Israele nel raggiungere l’Iran potrebbe complicare questa dinamica in futuro.
Un altro aspetto chiave è il bersagliamento di siti militari iraniani e sistemi di difesa aerea, con l’obiettivo di trasformare lo spazio aereo iraniano in una zona esposta in cui le operazioni israeliane possono svolgersi liberamente. Questo quadro operativo rappresenta la strategia preferita da Israele per gestire il futuro impegno con l’Iran.
Sebbene Israele, concentrato sulla sicurezza delle proprie frontiere da Gaza alla Cisgiordania, alla Siria e al Libano, non cerchi attualmente un confronto totale con l’Iran, si focalizza chiaramente sul Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc) iraniano. Questa priorità spiega perché gli attacchi selettivi di Israele siano indirizzati sull’Irgc e non sulle infrastrutture o installazioni energetiche dell’Iran.
Nel confronto in corso con l’Irgc, Israele potrebbe presto orientarsi verso operazioni all’interno del territorio iraniano stesso. La penetrazione dello spazio aereo iraniano potrebbe essere accompagnata da un passaggio a operazioni terrestri non convenzionali, suggerendo una crescente probabilità di azioni specializzate guidate dall’intelligence, compresi attacchi informatici, per infliggere danni all’interno dell’Iran e generare instabilità. Questi disordini interni potrebbero a loro volta essere sfruttati da fazioni moderate iraniane contro le fazioni estremiste dominanti nella politica estera del Paese.
L’ultimo attacco israeliano contro l’Iran non può essere considerato solo un confronto diretto con Teheran, ma anche un segnale per l’amministrazione democratica statunitense, in un momento delicato poco prima delle elezioni presidenziali. Di conseguenza, gli Usa potrebbero sentirsi obbligati a ricambiare il favore per la risposta calibrata di Israele, che ha forse contribuito a evitare un conflitto su larga scala durante la presidenza democratica.
Con questa risposta israeliana, Washington si è posizionata per contenere qualsiasi rappresaglia iraniana, anche se potrebbe non avere lo stesso controllo sulle azioni israeliane su fronti attivi come Siria, Libano e Iraq, centrali per le preoccupazioni strategiche di Israele.
Considerando la situazione attuale, Israele potrebbe vedere un’opportunità per intensificare la pressione su questi fronti, segnalando una possibile escalation con Hezbollah in Libano e le milizie iraniane in Siria e Iraq. Tali escalation potrebbero godere di un ampio sostegno da parte degli Usa, poiché Washington considera molte di queste organizzazioni come minacce terroristiche alla sicurezza di Israele, richiedendo una risposta per evitare un’altra situazione critica come quella del 7 ottobre.
Il conflitto aperto di Israele con l’Irgc resta in sospeso in forma diretta ma attivo attraverso attacchi su obiettivi Irgc in zone da cui potrebbero derivare crisi per Israele. Utilizzando tattiche selettive guidate dall’intelligence anche all’interno dell’Iran, Israele probabilmente cercherà di capitalizzare ogni giorno per ampliare i guadagni del conflitto in corso e la guerra indiretta contro l’Irgc.
Questo approccio mantiene il fronte aperto, sia per una futura amministrazione repubblicana che potrebbe appoggiare un’offensiva importante, sia per un’amministrazione democratica che potrebbe tornare a una realtà in cui la minaccia dell’Irgc sia significativamente ridotta, rendendo l’obiettivo iraniano una possibilità concreta.