Il risultato delle elezioni in Georgia, dove a vincere col 55% delle preferenze è stato il partito filo-russo di governo, Sogno Georgiano, rischia di scatenare la violenza all’interno del Paese. Quale sarà il futuro dello Stato caucasico lo si capirà anche da quanto intense e duratura saranno le manifestazioni di protesta convocate dalla presidente della Repubblica, Salomé Zourabichvili, di fronte al Parlamento di Tbilisi contro elezioni “da non riconoscere”, frutto di “un’operazione speciale di Mosca“. Migliaia di manifestanti di sono riuniti nel centro della capitale per protestare sventolando bandiere della Georgia, dell’Unione europea e qualcuna anche dell’Ucraina. Un’iniziativa che il presidente del Parlamento, Shalva Papuashvili, membro della formazione vincitrice, ha definito un tentativo di “colpo di Stato“.
Zourabichvili si sveste così del suo ruolo da presidente e indossa di nuovo quello di militante. Di avvertimenti alla vigilia delle elezioni dal suo partito ne sono arrivati tanti, soprattutto riguardo alla possibile ingerenza russa sulle operazioni di voto. Oggi, sostiene, quell’ingerenza si è concretizzata col risultato uscito dalle urne. Così ha invitato il popolo a scendere in piazza per protestare contro un nuovo mandato di Sogno Georgiano e per “difendere in modo pacifico ogni voto e, soprattutto, il nostro futuro”. L’opposizione “non accetterà le infiltrazioni russe – ha dichiarato – Siamo di fronte a una nuova forma di occupazione. Come unica istituzione indipendente rimasta in questo Stato voglio dire che non riconosco le elezioni. Non possono essere riconosciute. Sarebbe la stessa cosa che riconoscere l’ingresso della Russia, la subordinazione della Georgia alla Russia”.
Dura la replica di un alto esponente del partito vincitore, Shalva Papuashvili, che ha accusato il capo dello Stato di preparare un “colpo di Stato” contro i risultati delle elezioni politiche: “Questo scenario – ha detto – è stato preparato in anticipo. Dichiarare illegittimi i risultati per formare un governo tecnico. Questo è lo scenario di un colpo di Stato”. Dal canto suo, il primo ministro in carica, Irakli Kobakhidze, cerca di tranquillizzare i cittadini spiegando che l’integrazione del Paese nell’Ue rimane “la priorità”: “Si farà di tutto per garantire che la Georgia sia pienamente integrata nell’Ue entro il 2030″, ha assicurato.
Ma la sua rielezione non è ciò che si aspettavano, e soprattutto speravano, i Paesi del blocco Nato-Ue. E le reazioni contrariate non sono mancate. “La missione internazionale degli osservatori ha notato le condizioni diseguali in cui si sono svolte le elezioni in Georgia, che minano la fiducia del pubblico nel risultato. Le segnalazioni di violazioni legate alle elezioni dovrebbero essere oggetto di un’indagine approfondita“, ha scritto su X la portavoce della Nato. Anche l’Unione europea ha manifestato la propria contrarietà, affermando anche che “la Russia ha cercato di influenzare il voto”: “Stiamo seguendo gli sviluppi, l’Ue si aspetta che l’autorità elettorale in Georgia compia il suo dovere e porti avanti un’indagine indipendente sulle accuse di frode elettorale – ha detto la portavoce della Commissione Ue, Nabila Massrali – Le irregolarità devono essere chiarite. Le elezioni in Georgia saranno discusse al prossimo Consiglio Affari Esteri e Charles Michel ha già espresso l’intenzione di discutere la questione del voto in Georgia al prossimo Consiglio europeo”. Anche la Germania ha voluto prendere posizione condannando “le significative irregolarità”.
Tutte accuse respinte dalla Russia come “assolutamente infondate”: “Ora è molto importante che nessun Paese terzo interferisca nei risultati di queste elezioni, si tratta di una questione interna della Georgia”, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Che poi ha risposto alla presidente georgiana: “La signora presidente ha detto che non riconosce i risultati di queste elezioni e non so se sia di competenza del presidente riconoscere o non riconoscere le elezioni. In ogni caso è tutta una questione interna alla Georgia”.