Sotto il 46%, quasi otto punti in meno rispetto all’ultima tornata, nel settembre 2020, quando si votò con mascherine e distanziamento alla vigilia della seconda ondata del Covid. È un dato disarmante, quello dell’affluenza alle Regionali in Liguria: alle urne si è presentato meno di un avente diritto su due, il 45,96%, nonostante l’appeal mediatico dell’appuntamento elettorale, che arriva dopo il terremoto giudiziario dell’inchiesta Toti e vede sfidarsi per la poltrona di governatore due pesi massimi, il sindaco di Genova Marco Bucci per il centrodestra e l’ex ministro Pd Andrea Orlando per il centrosinistra. Quattro anni fa, per la sfida vinta da Giovanni Toti contro Ferruccio Sansa, votò il 53,42%, un dato già considerato molto basso rispetto alla tradizione del territorio.

Il numero di votanti più alto, il 48,3%, è in provincia di Genova, con una punta del 50,09% nel capoluogo regionale, dove il calo dal 2020 si riduce a tre punti e mezzo. La contesa dunque si deciderà probabilmente qui: per vincere, Orlando dovrà necessariamente prevalere nella città governata da Bucci. L’emorragia maggiore invece è nell’Imperiese, territorio storicamente di centrodestra e feudo dell’ex ministro berlusconiano Claudio Scajola, sindaco del capoluogo: nella provincia ha votato appena il 38,1%, 12 punti in meno rispetto a quattro anni fa (50,2). Un dato che in qualche modo può far ben sperare il centrosinistra. Nella provincia di La Spezia, la città di Orlando (amministrata però dal “totiano” Pierluigi Peracchini), ha votato il 47,2%, con un calo nella media (circa sette punti). Nel Savonese, storicamente più vicino al centrodestra (ma il capoluogo è governato da un sindaco di centrosinistra, Marco Russo) il dato si abbassa invece al 43,74%, con un calo, anche qui, di circa 12 punti.

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