Uno shock. L’unico termine che può dare la percezione della scossa avvertita in queste ore negli ambienti della sinistra radicale spagnola.
Iñigo Errejón, co-fondatore con Pablo Iglesias di Podemos, costretto alle dimissioni da parlamentare, e di fatto da politico, per uno scandalo sessuale.
È difficile capire el ‘trastorno’, lo stato confusionale, o forse dovremmo dire lo smarrimento, che pervade oggi la sinistra se non si fa un passo indietro. Podemos nasce in piazza, dalla grande mobilitazione antisistema di dieci anni fa, quando, nel marzo del 2014, giovani avviarono una pacifica, gioiosa e impegnata occupazione di Puerta del Sol, epicentro di Madrid e del paese, per urlare un fragoroso no alla corruzione e alle disuguaglianze. Quel movimento, sotto la guida dei due fondatori, travolse tutto e tardò poco a raggiungere le stanze più alte del potere.
Questo è il punto decisivo, Iñigo Errejón e Pablo Iglesias hanno davvero segnato un’epoca della politica nazionale perché, in un paese fortemente ‘machista’, hanno ribaltato una visione culturale mettendo al centro dell’azione le donne e un femminismo genuino e di lotta. I due hanno imposto un cambiamento anche lessicale, non di rado nei comizi il ‘nosotras’ risuona più forte del pronome maschile ‘nosotros’, una rivoluzione contro ogni forma di machismo, anche linguistico.
Poco importa se Errejón si sia poi separato dall’amico di sempre Iglesias, provocando una mini-scissione prima con Más Madrid e dopo con Más País fino a confluire in Sumar, la costola di sinistra del Psoe di Pedro Sánchez nella coalizione che regge il paese. I due hanno cambiato il modo stesso di intendere la politica, con una costruzione dal basso delle iniziative pubbliche e della classe dirigente, ma sempre con occhio rivolto alla qualità delle persone e alla cultura in politica. Una visione molto distante dal qualunquismo dell’”uno vale uno” di Beppe Grillo.
Constatare ora che Errejón sia scivolato sull’abuso sessuale, traendo profitto anche dal ruolo rivestito, fa crollare non solo una carriera personale ma un’intera galassia. Non ha peli sulla lingua Miguel Mora: l’ex corrispondente de El País in Italia ora direttore di Contexto – rivista culturalmente vicina agli ambienti di Sumar e Podemos – vede la vicenda come un’onta per una sinistra già assediata da un populismo di destra destinato ad avere campo facile in possibili elezioni anticipate.
Nella Spagna che verrà Iñigo Errejón è già parte del passato, sui social si è congedato con un post che più che un arrivederci segna un addio alla vita pubblica, non chiede perdono né spiega come intende riparare i danni arrecati alle vittime degli abusi, si limita a dire che ha bisogno di riposo. Un racconto che in realtà sottende una ricerca, perfino disperata, di aiuto.