La lettera viene definita “riservata” ma, come spesso accaduto in casi analoghi, i suoi contenuti sono trapelati. Porta la firma di Yoav Gallant, il destinatario è Benjamin Netanyahu ed è il punto attorno a cui ruota la nuova puntata dello scontro in atto da mesi tra i due. Nel documento, inviato al premier e al governo poche ore prima dell’attacco all’Iran, il ministro della Difesa avverte che la guerra sta cambiando il suo volto, le minacce a Israele sono in continua evoluzione, ma gli obiettivi di guerra non sono aggiornati e le discussioni sulla questione non sono nemmeno in corso.

La notizia della lettera, che sarebbe stata inviata anche agli alti funzionari dell’esercito, del Mossad e del servizio di sicurezza esterna Shin Bet, è giunta nelle stesse ore in cui è stato diffuso un rapporto secondo cui Netanyahu aveva promesso agli alleati politici che avrebbe sostituito Gallant una volta che Israele avesse attaccato l’Iran e la missiva, secondo la tv Channel 13, è stata inviata a tutti i ministri tranne al titolare della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che ha pubblicamente sostenuto la rimozione di Gallant dall’incarico.

Nel comunicato, ha riferito l’emittente, Gallant sostiene che Israele sta combattendo con una “bussola obsoleta” e che Gerusalemme avrebbe dovuto rivedere i suoi obiettivi di guerra ufficiali stabiliti dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. “La situazione in cui ci troviamo, senza una bussola che funzioni e senza aggiornare gli obiettivi della guerra, danneggia lo svolgimento della campagna e le decisioni del governo”, scrive Gallant. “Gli sviluppi significativi della guerra, in particolare lo scambio diretto di colpi tra Israele e l’Iran, aumentano la necessità di tenere una discussione e aggiornare gli obiettivi della guerra con una visione d’insieme di tutti gli scenari e il collegamento tra loro”.

Dopo il 7 ottobre Tel Aviv aveva fatto sapere che l’obiettivo era la distruzione di Hamas e il rilascio degli ostaggi presi durante l’assalto al sud di Israele. Da allora, invece, i combattimenti si sono estesi a Hezbollah in Libano e all’Iran. Secondo alcuni ambienti governativi Gallant sosteneva l’aggiunta di altri obiettivi: in Cisgiordania, “prevenire uno scoppio di violenza contrastando il terrorismo”; in Iran, “deterrenza e tenere l’Iran fuori dalla guerra”; e a Gaza, “stabilire una realtà senza minaccia militare, prevenire la crescita delle capacità terroristiche, il ritorno di tutti gli ostaggi e la promozione di un’alternativa al governo di Hamas“. Punto, quest’ultimo, che il governo non sembra aver previsto e sul quale Gallant ha pubblicamente attaccato Netanyahu, esortandolo a escludere la possibilità di governare Gaza dopo la guerra. Al contrario, l’ala di estrema destra del governo di cui fanno parte Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir sostiene il reinsediamento israeliano della Striscia.

In una risposta a Channel 13 l’ufficio di Netanyahu ha definito la lettera di Gallant “bizzarra“. “C’è una sola bussola, e questa è l’obiettivo della guerra determinato dal governo”, ha affermato l’ufficio. “Vengono esaminati di continuo e sono stati anche recentemente ampliati”, ha aggiunto.

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