Sul tavolo, a Doha, ci sono un mini-accordo per ripristinare la fiducia tra le parti e l’intesa in più fasi promossa dal Qatar e dagli Stati Uniti per procedere nel cammino verso il cessate il fuoco. Attorno a esso sono seduti il capo del Mossad, David Barnea, il numero uno della Cia, Bill Burns, e il premier qatarino Mohammed bin Abdulrahman Al Thani che ospita i colloqui. Il mini-accordo in questione è quello promosso dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che ha proposto una tregua di due giorni a Gaza e uno scambio limitato di ostaggi. La proposta avanzata ieri prevede lo scambio di 4 ostaggi israeliani detenuti a Gaza con prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, e dovrebbe essere seguita da ulteriori negoziati entro 10 giorni, ha affermato Sisi in una conferenza stampa al Cairo. Anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha confermato che Israele sta lavorando a un accordo con Hamas che preveda il rilascio di “alcuni” ostaggi in cambio di diversi giorni di tregua.

Fonti di Hamas hanno riferito al canale saudita Al-Sharq che il movimento è pronto ad accettare la proposta egiziana. “Le nostre richieste sono chiare e conosciute, e un accordo può essere raggiunto, a condizione che Netanyahu rimanga impegnato su quanto già concordato”, ha detto Husam Badran, alto funzionario di Hamas. Tuttavia, le stesse fonti hanno ribadito che l’organizzazione punta a raggiungere un accordo coerente con la proposta di Joe Biden e con il completo ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza.

“Stiamo esaminando ogni possibile opzione per portare avanti un accordo”, ha detto un funzionario israeliano. Secondo un altro funzionario, Netanyahu ha espresso entusiasmo per questo eventuale accordo durante una riunione di oggi con il Likud, il suo partito. Il funzionario, che ha partecipato all’incontro, ha affermato che Netanyahu ha detto ai parlamentari che avrebbe accettato immediatamente la proposta egiziana. “Sono pronto, anche adesso“, avrebbe detto il premier secondo la fonte.

Finora però il team israeliano guidato dal capo del Mossad David Barnea e i mediatori non hanno ancora ricevuto alcuna risposta ufficiale da Hamas, ha dichiarato un altro funzionario di Tel Aviv. Israele sta “valutando tutte le possibilità” per un accordo, continua il funzionario, ed è disposto a negoziare su qualsiasi proposta. Tuttavia, in qualsiasi accordo, è la previsione del funzionario, Hamas chiederà la fine della guerra a Gaza come condizione e “noi non siamo disposti a farlo“.

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