Laddove c’è il caos prolifera Viktor Orbán. Mentre in Georgia rischia di generarsi il caos, non solo politico, dopo la vittoria del partito filo-russo Sogno Georgiano alle ultime elezioni, con la presidente Salomé Zourabichvili che ha convocato una protesta di fronte al Parlamento per le 19 (le 16 in Italia) contro “l’ingerenza russa“, supportata anche da Nato e Unione europea, il primo ministro ungherese arriverà proprio in giornata per incontrare il premier uscente, esponente del partito vincitore, Irakli Kobakhidze. Lo farà da capo dell’esecutivo di Budapest, ma non si può non notare che, mentre la Commissione Ue chiede “un’indagine indipendente sulle accuse di frode elettorale“, il leader del Paese che ha la presidenza di turno dell’Unione vola nel Paese del Caucaso per stringere la mano al vincitore.

La missione di Orbán, come ha spiegato il portavoce del governo Zoltan Kovacs, durerà due giorni e si concentrerà nella capitale Tbilisi, dove il premier incontrerà il proprio omologo locale, fresco di vittoria elettorale. È proprio la Georgia, affermano da Budapest, ad aver voluto organizzare l’incontro al quale prenderanno parte anche il ministro degli Esteri, Péter Szijjártó, quello dell’Economia, Márton Nagy, e quello delle Finanze, Mihály Varga. Che il risultato delle urne non dispiaccia al premier magiaro, considerato il leader europeo più vicino a Vladimir Putin, lo si era capito già sabato, quando poco dopo lo stop al voto si era congratulato con Kobakhidze per la “travolgente vittoria” basandosi però solo sugli exit poll.

Non è la prima volta che il primo ministro ungherese prende l’iniziativa in tema di politica estera in piena rottura con l’Unione europea, nonostante il suo ruolo di presidente di turno. Era successo pochi giorni dopo aver assunto l’incarico semestrale, quando di sua iniziativa aveva incontrato sia Volodymyr Zelensky sia Vladimir Putin, diventando così il primo capo di Stato o di governo Ue ad avere un bilaterale col leader del Cremlino dall’invasione dell’Ucraina. In quell’occasione, i vertici europei si erano affrettati a spiegare che la visita a Mosca era da considerarsi un incontro bilaterale e non legato a un’iniziativa europea. Ma la tensione scatenata dalla mossa di Orbán ha provocato strascichi nei rapporti con Bruxelles. Cosa che non gli ha impedito, pochi giorni dopo, di incontrare anche il presidente cinese, Xi Jinping, a Pechino.

Anche lunedì da Palazzo Berlaymont è arrivata la precisazione dell’Alto rappresentante per la Politica Estera Ue, Josep Borrell: Orbán “non rappresenta” l’Unione europea nella sua visita in Georgia, ha chiarito, “il presidente di turno dell’Unione non ha alcuna autorità in politica estera”.

X: @GianniRosini

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