Annibale che valica Alpi senza ghiaccio con gli elefanti perché il ghiaccio non c’era, il condottiero Erik il Rosso che approda nella “verde” Groenlandia, i romani in tunica perché “faceva più caldo di oggi”: di clima oggi si parla di più ma, come spiega – nel libro Ha sempre fatto caldo. E altre comode Bugie sul cambiamento climatico (Aboca) – Giulio Betti, meteorologo e climatologo presso l’Istituto di Biometeorologia del CNR e il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale), dubbi leciti convivono con “teorie bislacche, fake news e mezze verità”.
Meteorologia e climatologia, uguali non sono
Nel gennaio 2024, la penisola scandinava è stata interessata da bufere di neve e temperature anche di -40 °C. Per alcuni si è trattata di una confutazione del riscaldamento globale, ma in verità nel resto del Pianeta “le temperature sono state ben superiori alla media”. Insomma, il grande freddo scandinavo è un fatto meteorologico, legato cioè a una certa area in un determinato momento, e non climatologico.
Desta dubbi tra gli scettici anche il fatto che 18.000 anni fa la calotte glaciali che ricoprivano il 25% delle terre emerse cominciarono a fondersi, scomparendo 10.000 anni dopo. Ma i motivi, spiega l’autore sono chiari, come le forzanti astronomiche, ad esempio l’inclinazione della Terra rispetto al sole. Oggi paradossalmente riceviamo meno energia solare rispetto al Polo nord, ma nonostante questo i ghiacciai fondono.
Achille sulle Alpi, più che caldo assideramento
E poi c’è il caso di Oetzi, la cui mummia fu ritrovata nel 1991 al confine tra Austria e Italia, a 3.000 metri con una freccia sulla spalla. I ghiacci non c’erano? Secondo l’autore Oetzi morì nella fase di transizione, circa 6.000 anni fa, da un periodo più freddo, che vide l’espansione dei ghiacci in tutto l’emisfero nord e culminato 18.000 anni fa, e uno più caldo, il cosiddetto ottimo climatico dell’Olocene.
Altro luogo comune è quello dei senatori e cittadini romani vestiti con tuniche e sandali. Faceva più caldo di oggi? Tra il 200 a.C. e il 150 d.C. il clima nel mediterraneo fu stabile e mite. “Si trattò di un riscaldamento regionale”, spiega Betti, “ma se confrontato all’aumento di oggi è comunque inferiore. Ricordo comunque i nostri nonni d’inverno giravano con gli zoccoli”.
E veniamo al famigerato Annibale che valica le Alpi occidentali con tanto di elefanti. Altro che caldo, “la traversata, spiega l’autore, “fu un’impresa leggendaria, ma anche drammatica; i venti giorni necessari per valicare le Alpi costarono ai Cartaginesi, a seconda delle diverse fonti storiche, dalle centinaia alle migliaia di vittime, che perirono a causa del freddo, delle improvvise bufere e del ghiaccio”.
Variazioni cicliche e regioni sono normali, picchi continui no
L’età medievale è un periodo che ha ispirato la convinzione popolare della Groenlandia come terra verde e rigogliosa. Siamo intorno all’anno mille dunque, afferma Betti, nel cosiddetto “ottimo climatico medievale” e la Groenlandia meridionale era tra le zone dove le temperature risultavano più alte, con scarti positivi anche prossimi al grado. Ma il verde si palesava per un periodo estremamente limitato durante l’anno.
L’autore arriva poi alla siccità e al caldo eccezionale che sconvolsero Stati Uniti e Canada negli anni Trenta del Novecento. Di nuovo, però, furono episodi regionali e non globali, verificatisi nel corso di oscillazioni climatiche e di circolazione atmosferica del tutto normali. In generale, siccità cicliche e alluvioni ci sono sempre state in Europa e Italia, ma si trattava di fenomeni regionali e spesso legati a fasi fredde, non come oggi.
Un altro mito da sfatare è il fatto che la CO2 faccia bene al Pianeta, “e comunque non sia causata dall’uomo”: infatti livelli attuali c’erano nel periodo dell’Eocene. Sì, è così, spiega l’esperto, ma ci vollero 30-50.000 anni per raggiungere quei livelli, mentre oggi la temperatura aumenta a un ritmo 20 volte superiore. Inoltre, se è vero che senza CO2 la Terra sarebbe una landa ghiacciata, il problema è l’aumento esponenziale della concentrazione di anidride carbonica.
Le misurazioni climatiche sono esatte
A chi mette in dubbio la possibilità di sapere la temperatura del passato, il climatologo spiega il sistema dei carotaggi dei ghiacciai, uniti ad altre tecniche, come l’analisi di reperti in legno, dei sedimenti di origine organica, l’utilizzo di spore e pollini intrappolati nella roccia e altri ulteriori strumenti.
Circa l’obiezione su come si faccia, invece, a misura la temperatura attuale della Terra, il sistema prevede la rilevazione del dato in circa 100.000 stazioni meteorologiche, oltre all’analisi quotidiana dei valori termici dei mari (e il contributo dei satelliti).
Ma come è possibile, si chiedono gli scettici, elaborare scenari climatici validi tra un secolo? Ebbene, i modelli climatici basati sulla CO2 sono perfettamente in grado di simulare l’andamento della temperatura nel tempo sulla base dei diversi scenari di emissione forniti. Quindi un modello climatico non può dirci se il 16 luglio 2037 a Nuova Dehli diluvierà o se il 13 agosto 2043 a Berlino ci saranno 42 °C, però può fornire indicazioni realistiche sul fatto che in Germania tra il 2040 e il 2050 le estati saranno più calde di quelle odierne e che in India il monsone estivo sarà più intenso di oggi.
Oceani, aree verdi e la corrente del Golfo che forse scompare
E il livello dei mari? Se è aumentato in media di 24 centimetri dal 1880, a cause dell’aumento della temperatura e della fusione dei ghiacciai, come mai, si chiede la gente, dove vado al mare è sempre tutto uguale? Il fatto è, spiega Betti, che la massa della Terra non è distribuita in maniera uniforme e lo stesso vale per mari e oceani. L’aumento medio non è insomma ovunque lo stesso. Inoltre, l’innalzamento di alcuni centimetri del livello del mare agisce, in prima battuta, sull’impatto delle tempeste e delle mareggiate.
Altro dubbio che spesso viene sollevato è il fatto che oggi molte aree del Pianeta sono più verdi, come alcune zone di India e Cina. In realtà questo si spiega bene con i modelli climatici, che prevedono un aumento di piogge in aree interessate dai monsoni. Peccato che nel frattempo il riscaldamento di origine antropica abbia trasformato 5 milioni di chilometri quadrati aridi in deserto.
Un altro tema è la possibile sparizione della corrente del Golfo, che porterebbe molto freddo in Europa. Ma allora andremo verso più freddo o verso più caldo, si chiede la gente? In realtà, spiega il climatologo, “se questo fenomeno accadrà, ed è uno scenario probabilistico, è possibile un raffreddamento su Scandinavia e Regno Unito, ma l’emisfero sud si riscalderà di più e ci sarà più siccità”. Niente di cui rallegrarsi, insomma.