“Tecnologie e sistemi informatici di altissimo livello a fronte di risorse economiche investite assolutamente significative”. Ed è così che i componenti della “banda di via Pattari“, il gruppo di hacker e appartenenti (attuali o passati) alle forze dell’ordine che secondo l’accusa ha spiato centinaia di persone attraverso accessi illeciti alle banche dati dello Stato, si aggiornava e studiava continuamente le applicazioni da poter utilizzare per raccogliere informazioni e dati sensibili. Il gruppo viene considerato dagli investigatori dell’Arma dei carabinieri non solo “eterogeneo”, ma capace di “diversificazione” per poter raggiungere il “medesimo risultato mediante sistemi e piattaforme differenti”. Ovvero l’impressionante raccolta di informazioni e dati di oltre 800mila persone.
Ed è così che Nunzio Samuele Calamucci, hacker del gruppo, mostra a Massimiliano Camponovo, amministratore della Mercury Advisor, una delle tre società di investigazione privata al centro dell’indagine e sequestrate, le potenzialità di un’applicazione israeliana. È il 23 gennaio 2023 e i due si trovano nell’aula didattica degli uffici di Equalize in via Pattari a Milano e vengono intercettati. Calamucci, considerato la mente tecnologica del gruppo, dice a Componovo: “Le informazioni non vengono più memorizzate né sul telefono, né sul Tablet…questa è la fase uno, per ricevere invece gli altri abbiamo un IRON APP israeliana, ti flagghi con l’impronta digitale ma gli diamo una finta password…okay?…Dove scarichiamo tutti…Per esempio, prova a condividere con me…come lo faresti scusami? …. Condividi, condividi blocco appunti, interi appunti, invia una copia…okay?…Faccio, condividi blocco appunti…chiunque abbia il collegamento può modificarlo…oppure me lo vuoi dare solo in lettura, perché sono appunti verso…che ne so…(incomprensibile)… Ed è una figata perché con questo hai gli strumenti…(incomprensibile)…implementare, tutto quello che implementi in word, puoi implementarlo qua dentro…soprattutto, non rimane sul server di Outlook...che va beh, per noi può essere…(incomprensibile)…”.
Calamucci, con alle spalle l’esperienza con gli hacker di Anonymous, viene descritto nell’informatica come “entusiasta della sicurezza della nuova applicazione. Del resto è lui a “coordinare”, scrivono i magistrati, il prelievo massiccio di informazioni dalle banche dati, ma anche il successivo passaggio di quei file tra i componenti della banda e attraverso canali sicuri, ad esempio con le “proton-mail“, non intercettabili. È sempre Calamucci, secondo le accuse, a dirigere la squadra di “analisti”, i cosiddetti “ragazzi”, in parte non identificati, che materialmente fanno incetta di dati che finiranno nei report.
Sempre Calamucci poi parla anche dell’esistenza di una misteriosa ragazza “albanese” di nome “Guarda199” che si occupa di collaborare nella realizzazione di alcuni report: “Senza aprire il Report perché il report ce l’abbiamo già…ma segnarci solo i critici…okay?…Tutti gli altri quindi li mettiamo in green…dove in automatico, nella parte che sta facendo “GUARDA”, la ragazza albanese…quando tu stai cercando un nome, con una PI STEPS, ti si auto compila il Report…se hai esigenza di farti un report in cinque minuti, non come BEYOND ma come KYC o TIPS o EBD, perché il Report di BEYOND di per se fa cagare, non c’ha tutte le informazioni che ci servono…entri nella parte che sta finendo “GUARDA”, metti il codice fiscale e già viene fuori se è rosso, se è verde, se è giallo, senza interrogare BEYOND!”. Ovvero la piattaforma che, per i pm, elaborava i dati scaricati illegalmente anche dalle banche dati della polizia.