Anche a causa dell’auto-candidatura, da parte di Giovanni Toti, dello spazio di fronte alla costa di Savona-Vado come area per ospitare il rigassificatore attualmente ormeggiato (e sotto-utilizzato) a Piombino, nel comune del ponente ligure il centrodestra si è fermato 20 punti percentuali dietro al candidato del centrosinistra Andrea Orlando. Eppure il primo messaggio politico del neo-eletto presidente della Regione Liguria Marco Bucci rinnega completamente la linea del presidente dimissionario e non lascia spazio a fraintendimenti: “Alla Meloni ribadirò che non voglio il rigassificatore perché non ha senso dal punto di vista tecnico – risponde netto a un cronista – Le dorsali del gas sono sul Tirreno e sull’Adriatico e il rigassificatore dev’essere vicino alle dorsali, se lo mettessero a Vado dovremmo stendere 450 milioni di tubi: spesa inutile”.

Una posizione molto diversa rispetto a quando, nel settembre 2022, a margine di un incontro con Salvini, rilanciava con entusiasmo la proposta totiana di ospitare in Liguria un secondo rigassificatore: “Un rigassificatore può andare sulla nuova diga del porto di Genova – arrivò a ipotizzare, quando quest’infrastruttura fossile si riteneva potesse avere ancora un’utilità energetica che si è poi rivelata marginale – quello potrebbe essere un posto intelligente”. Per oltre un anno, quando l’allora presidente Toti propose di portare il rigassificatore in Liguria, nessuno del centrodestra in Regione disse una sola parola contro il trasferimento, anzi, bocciarono ogni istanza presentata dall’opposizione tesa a bloccare l’iter. Anche a seguito del sollevamento popolare e bipartisan contro il trasferimento palesato chiaramente dai savonesi, la posizione della giunta è cambiata diametralmente: “Il rigassificatore è a Piombino e sta lì, punto – sentenzia Bucci – È il posto ideale”.

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Liguria, Conte ha fatto perdere la sinistra: ora basta veti. L’analisi migliore? Quella di Bucci

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