Musica

I fan degli Oasis esultano: 50mila biglietti saranno rimessi in vendita. Gli organizzatori del tour: “Misura necessaria dopo il caso dei prezzi gonfiati”

La vicenda era finita al Parlamento britannico con l'avvio di un'inchiesta amministrativa formale, da parte dell'autorità per la concorrenza e il mercato

Almeno 50mila fan degli Oasis sono pronti ad accaparrarsi i biglietti pronti ad essere rimessi nel mercato dagli organizzatori dei concerti della band. Sono, infatti, i 50mila i tagliandi finiti al centro del caso dei prezzi gonfiati da alcuni rivenditori online. I biglietti dunque saranno annullati per poi diventare nuovamente disponibili sul sito di Ticketmaster, ma al loro valore nominale.

Live Nation, che organizza il tour già tutto sold out, è intervenuta con una decisione drastica dopo la vicenda finita perfino al Parlamento britannico e che aveva portato all’avvio di un’inchiesta amministrativa formale da parte dell’autorità per la concorrenza e il mercato.

I fan di Liam e Noel Gallagher si sono scatenati nei mesi scorsi per accaparrarsi 1.4 milioni di biglietti in vendita, al momento dell’annuncio della attesa riunione. Ma più di 10 milioni di fan provenienti da 158 Paesi si sono messi in coda per comprarli. A fronte della domanda, nel giro di poche ore sui siti di rivendita erano apparsi migliaia di tagliandi a prezzi gonfiati. Da qui il caos. Oltre alle centinaia e centinaia di proteste da parte non solo dei poveri fan, ma anche delle associazioni che si occupano di tutelare i consumatori.

Oltre a questo fenomeno ci sono state proteste anche per il Dynamic Pricing ossia quando “un venditore non stabilisce un prezzo fisso per il proprio prodotto, ma modifica ciò che addebita in risposta alla domanda”. Più alto è il numero degli acquirenti in quel momento, più la cifra si alza. Un po’ come accade per l’acquisto dei biglietti aerei o le prenotazioni per gli hotel . Ma sulla cultura, in particolare i concerti, le cose cambiano.

Anche gli eurodeputati del PD Pierfrancesco Maran e Brando Benifei si sono fatti promotori di tali istanze. “È un tema assai dibattuto da tempo in Commissione Europea – dichiara Maran a FqMagazine -. Il Dynamic Pricing esiste e ha parametri precisi con oscillazioni e modalità di vendita concordate. Non capiamo perché per i concerti accadano questi fenomeni che vanno in direzione opposta”.