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La bambola gonfiabile, il fango e poi la rissa: “Il mio fidanzato era stordito”. Si riapre il caso del 26enne morto dopo il concerto di Snoop Dogg

Gli agenti hanno fissato una ricompensa di 50.000 sterline a chiunque sia in grado di fornire informazioni o testimonianze utili al ritrovamento dell’uomo che ha ucciso Robert Hart

di Andrea Bressan
La bambola gonfiabile, il fango e poi la rissa: “Il mio fidanzato era stordito”. Si riapre il caso del 26enne morto dopo il concerto di Snoop Dogg

Sono state riaperte le indagini sulla morte di Robert Hart, avvenuta durante un concerto di Snoop Dogg. I fatti risalgono a dieci anni fa, durante il Parklife Festival di Manchester quando, dopo il lancio di una bambola gonfiabile tra la folla, l’allora 26enne Robert perse la vita. Hart era andato all’evento in compagnia della fidanzata, Gemma Parry. I due erano nel bel mezzo della folla e, ad un certo punto, in attesa dell’entrata di Snoop Dogg “c’era una bambola gonfiabile. È stata lanciata a terra una volta e poi di nuovo. La seconda volta mi ha colpita e mi ha ricoperta di fango”, ha raccontato Gemma alla trasmissione Crimewatch della Bbc.

A quel punto “Rob si è girato. In realtà ha detto che non voleva guai. Ed è stato allora che si è trasformato tutto in una rissa. Stavo cercando di allontanare Rob e, nel giro di pochi secondi, è sceso accanto a me. Ad un certo punto si stava solo scusando con me. Era stordito”, ha proseguito la ragazza, spiegando di aver visto un pugno sferrarsi ai danni di Robert. Nonostante l’iniziale stato di confusione manifestato dal fidanzato, Gemma credeva che la colluttazione non avesse recato preoccupanti danni ad Hart: “Pensi che poiché la gente ti dice che sta bene, sta davvero bene. In realtà era tutt’altro…”. Infatti, pochi istanti dopo, le condizioni di Robert andarono peggiorando: “Gli è stata praticata la rianimazione cardiopolmonare sul posto, si è ripreso ed è riuscito a raggiungere la tenda medica. Da lì ha preso un’ambulanza per l’ospedale. Poi, pochi giorni dopo, è morto (per emorragia cerebrale, ndr)”, ha aggiunto Gemma.

Per Robert è stato fatale un pugno ricevuto: a sferrarlo – secondo quanto testimoniato – sarebbe stato un uomo dalla carnagione olivastra di circa 25 anni (ai tempi dell’accaduto), muscoloso e alto circa 1,88 m. Aveva i capelli corti, scuri e rasati ai lati. In compagnia dell’uomo ci sarebbe stata una ragazza bionda che, con tutta probabilità, indossava una maglietta rosa. Secondo gli investigatori il caso rimane “irrisolto” pur essendo ancora “in corso”. Gli agenti hanno fissato una ricompensa di 50.000 sterline a chiunque sia in grado di fornire informazioni o testimonianze utili al ritrovamento dell’uomo che ha ucciso Hart. Negli anni i poliziotti hanno avuto modo di vedere centinaia di fotografie e filmati sull’evento senza, tuttavia, trovare elementi che riconducano al tragico accaduto.

Gemma, sempre a Crimewatch della BBC, ha descritto Robert come un punto fermo per la sua vita: “Eravamo praticamente inseparabili dal giorno in cui ci siamo incontrati. E non mi ha mai deluso”, ha detto la ragazza che, dopo anni, spera di ottenere giustizia. Sulla questione si è espresso anche il detective sergente Clare Smith: “Speriamo che, col passare del tempo, coloro che non si sentivano a loro agio a parlare con noi nel 2014 ora possano sentirsi abbastanza coraggiosi da farlo. Se hai assistito all’aggressione o qualcuno ti ha confidato in seguito cosa è successo, vorremmo sapere cosa hai da dire”, ha dichiarato.

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