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“C’è un indagato per la morte di Liam Payne, è un suo amico e lavorava nell’hotel dove si è ucciso”: lo ha rivelato la giornalista Paula Varela

Un dipendente dell'albergo avrebbe aiutato il cantante a procurarsi la droga attraverso un escamotage per aggirare i divieti

Proseguono le indagini sulla tragica morte dell’ex componente dei One Direction, Liam Payne. I procuratori ritengono che quando il cantante è caduto dalla finestra del terzo piano del suo hotel a Buenos Aires, il 16 ottobre scorso, fosse “in uno stato di semi-incoscienza o di totale incoscienza” durante un “episodio psicotico”. L’ipotesi che ha preso piede, sin da subito, è stata che qualcuno dell’hotel gli avesse fornito dei narcotici.

I primi risultati dell’autopsia hanno scoperto tracce di cocaina nel corpo di Payne, mentre alcuni media hanno rivelato che sarebbe stato trovato anche un cocktail di droghe, tra cui cocaina rosa contenente Mdma, ketamina e metanfetamina, oltre a crack e benzodiazepine. Non ci sono per ora conferme ufficiali dalle autorità locali. Il padre di Liam, Geoff, è a Buenos Aires da giorni per accelerare il rimpatrio del corpo del cantante ma il procuratore Andrés Esteban Madrea gli ha detto che ciò non avverrà prima del completamento di tutti gli esami tossicologici.

Un elemento di novità intanto viene fuori da una dichiarazione, fatta durante una trasmissione tv, dalla giornalista Paula Varela. Un lavoratore dell’Hotel Casa Sur, che aveva instaurato una relazione di amicizia con Liam Payne, sarebbe indagato per la morte del cantante.

“C’è un ragazzo che ha disobbedito a un ordine della direzione dell’hotel di non portare nulla nella stanza di Liam -ha detto Paula – ma, dato il buon rapporto che aveva con lui, ha chiamato un’auto tramite una app che tutti usiamo perché Liam voleva qualcosa. Gli ha fatto questo favore, un errore enorme perché ora è indagato e gli investigatori stanno verificando cosa sia stato trasportato in quel veicolo”.