Politica

Liguria, centrosinistra sconfitto per 8mila voti. E ora crescono i timori sulla tenuta della coalizione (e sul voto in Umbria ed Emilia)

Gli 8mila e 400 voti in meno che hanno sancito la sconfitta del centrosinistra in Liguria, aprono (di nuovo) le tensioni tra le forze di opposizione a Giorgia Meloni. A preoccupare ora non è solo la sconfitta di Andrea Orlando contro Marco Bucci, ma il futuro di una coalizione che fatica a decollare. E, soprattutto, le imminenti elezioni Regionali in Umbria ed Emilia-Romagna: se il centrosinistra sognava il tre a zero contro la maggioranza di governo, ora dovrà provare a portare a casa le altre due sfide aperte. Il buon risultato del Partito democratico, che ha doppiato Fdi, non basta a compensare il crollo del M5s sotto il 5 per cento. E Matteo Renzi ora torna a scalpitare, attaccando Giuseppe Conte e i veti su Italia viva.

Le preoccupazioni dem – I dem di Elly Schlein festeggiano la crescita rispetto alle Europee (dal 26 al 28,4%), ma anche rispetto alle scorse Regionali (quando si fermarono al 18 per cento). Ma i risultati in termini di voti (160mila quelli assoluti), non possono bastare a compensare le preoccupazioni. “Le opposizioni riflettano”, ha detto la segretaria a caldo dopo lo spoglio. E il messaggio è agli alleati: da soli, è il succo, non si vince contro un centrodestra che riesce a reggere anche di fronte alle inchieste. “Proprio questo risultato mancato per un soffio deve far riflettere (e agire) per fare un passo avanti risolutivo nella costruzione di un centrosinistra nuovo, capace di vincere”, ha scritto su Facebook il presidente Pd ed europarlamentare Stefano Bonaccini. “Ma da oggi a metà novembre concentriamo ogni sforzo per vincere le prossime elezioni regionali in Umbria ed in Emilia-Romagna”. Ma non c’è solo l’ex presidente dell’Emilia-Romagna a rivelare preoccupazioni. L’europarlamentare ligure Brando Benifei ha aggiunto: “Il risultato delle elezioni regionali, per una manciata di voti, non è quello che speravamo”, ha detto. “Prima di tutto penso sia doveroso ringraziare Andrea Orlando per la passione e la generosità con cui ha affrontato una campagna elettorale difficile, che ha dovuto fare i conti con tante questioni e fibrillazioni, spesso più nazionali che locali, che nelle prossime settimane andranno discusse e affrontate se vogliamo tornare a vincere”.

M5s a brandelli – Dove la situazione è più dura è sicuramente in casa M5s. Il buongiorno lo ha dato il messaggio lanciato da Beppe Grillo con una storia nello stato di Whatsapp: “Si muore più traditi dalle pecore, che sbranati dal lupo”, ha scritto. Una citazione attribuita a un “autore sconosciuto” e accompagnata dalla foto di un lupo. Impossibile all’interno del M5s non cogliere un riferimento del garante alla guerra con Giuseppe Conte: la settimana scorsa, il presidente del Movimento ha annunciato nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa che non rinnoverà il contratto di consulenza di Grillo da 300mila euro; il co-fondatore del M5s ha replicato con un video per rivendicare “il diritto a estinguere il Movimento”. La linea ufficiale dei 5 stelle, ribadita da Giuseppe Conte nelle scorse ore, è stata quella di ribadire il no a Italia viva: “Con Renzi in Liguria i voti sarebbero stati ancora meno. E in ogni caso governare con lui significa instabilità e inaffidabilità assoluta. Noi non ci consegnamo agli interessi di nessuno. Bisogna ricostruire con basi di trasparenza e serietà. Cioè senza gente come Renzi”, ha scritto su X il vicepresidente del gruppo M5S alla Camera, Agostino Santillo. Oggi però a fare rumore sono i 25mila voti presi in Liguria, dove il Movimento è crollato sotto il 4,5%. “E’ la conferma della necessità di un cambiamento radicale per il Movimento”, ha commentato il senatore 5 stelle Pietro Lorefice. “Non è più il momento di dare o darci colpe, ma dell’essere costruttivi, propositivi, attivi e attivisti come non mai. In questo passaggio da ciò che eravamo a ciò che saremo, la strada giusta è oggi piu che mai quella della Costituente”.

Italia viva scalpita – Il primo è stato Matteo Renzi a scrutinio appena finito, ora i suoi dirigenti lo seguono a ruota: dopo il veto dei 5 stelle sulla corsa con Italia viva, il leader (che ha seguito lo spoglio in trasferta da Bin Salman) lo attacca come “responsabile della sconfitta”. E così ha rilanciato anche la senatrice ligure e coordinatrice nazionale Iv Raffaella Paita: “La lezione consegnata dalle elezioni in Liguria è chiara: senza i riformisti non si vince né nel Paese né nelle regioni. I temi cruciali per lo sviluppo non possono essere lasciati da parte”, ha detto a “Un giorno da pecora” in onda su Radio 1. “Quella della Liguria è una vicenda su cui non si può non riflettere anche a livello nazionale. Il Movimento 5 stelle, in Liguria, non è arrivato al 5%. Azione si è fermata all’1,7%. E’ del tutto evidente che se non si costruiscono coalizioni in cui la parte riformista ha un protagonismo, il centrosinistra fa poca strada. Per essere competitivi con il centrodestra bisogna evitare di escludere Italia viva”.

Avs festeggiaAlleanza Verdi Sinistra, soddisfatta per il 6 per cento (sopra il M5s), rivendica da parte sua di poter avere una maggiore peso al tavolo. E i leader attaccano Matteo Renzi: “Fin in troppo facili i commenti di Renzi il giorno dopo”, ha dichiarato Nicola Fratoianni. “Vorrei ricordare sommessamente che la politica non si basa su somme algebriche. La politica ha a che fare con la credibilità di una proposta politica. Innanzitutto Andrea Orlando ha fatto una straordinaria campagna elettorale, e lo ringraziamo molto per questo”. E rivolgendosi a Matteo Renzi ha aggiunto: “Io credo che questo continuo richiamo al centro sia un po’ fuori sincrono, non perché non serva un centro, ma il punto è che anche quando c’è fa fatica ad avere risultati, e si fatichi a misurarsi con i dati di realtà e con i numeri. Forse c’è un problema in quell’area politica, e non mi pare che Renzi sia il più titolato ad immaginare di risolverlo questo problema, visto che è uno dei protagonisti della crisi di quell’area politica. Forse questo dovrebbero ricordarselo tutti”. E, ha concluso proprio pensando al futuro della coalizione: “Certo che ci interessa il nostro risultato, che peraltro premia gli sforzi di Avs e dei suoi candidati e militanti anche in Liguria. Certo che siamo andati bene e questo è un dato positivo, ma a noi non interessano le bandierine ma far parte di una coalizione alternativa alla destra che sia vincente, e su questo serve che ci sia una riflessione”.