In questo governo di scappati di casa in cui ognuno fa a gara a chi fa o la dice più grossa… un posto se lo è ritagliato anche il ministro (scusate se scrivo minuscolo, ma non nutro grande stima dei ministri in generale) della Protezione Civile, Nello Musumeci, che, intervistato a Rai News 24, commentando le ormai abituali alluvioni che flagellano buona parte del paese, ha letteralmente affermato: “Un po’ di responsabilità è anche di un certo ambientalismo integralista che ha dettato con la propria presenza una legislazione e una normativa assai vincolistica. L’Ispra, ad esempio, che è un istituto di grande scienza e cultura, sembra essere nelle mani di qualche ambientalista particolarmente fazioso, di quelli che non consentono di intervenire per togliere un albero o di consolidare gli argini perché c’è un tipo particolare di uccello che deve nidificare. Questo è un ambientalismo ideologizzato”.

Non è la prima volta che un ministro attacca chi difende la natura. Nel 2018, quando era ministro dell’Interno, Matteo Salvini nel primo governo Conte (quello in cui iniziò la rapida discesa agli inferi dei grillini) coniò il termine di “ambientalismo da salotto” per coloro che, a detta sua, pontificavano sulla tutela della natura, senza avere un’idea chiara degli interventi a suo dire necessari per evitare i disastri.

Sostanzialmente stesso concetto fu espresso nel 2021 da quel ministro della Transizione Ecologica benedetto da Beppe Grillo (!) nel governo Draghi (ennesima caduta dei grillini), Roberto Cingolani, il quale parlò di ambientalisti radical chic, oltranzisti e ideologici “ambientalisti radical chic peggiori della catastrofe climatica”. Ed arriviamo al 2023 quando il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin fa il pappagallo parlando degli ambientalisti “quelli da salotto, che vivono al ventesimo piano di un grattacielo.”

Lasciamo perdere solo per pietà il commento sugli ambientalisti che sarebbero benestanti e staccati dalla realtà (del resto vivono nei grattacieli…), e veniamo all’affermazione di Musumeci, che non si limita a prendersela con i salottieri, ma addirittura attacca l’Ispra, che è un organismo istituito nel 2008 alle dipendenze del Ministero dell’Ambiente e che cura, tra le altre cose, anche un rapporto annuale sul consumo di suolo in Italia.

Evidentemente, dato che l’affermazione di Musumeci è stata pronunciata in occasione dell’ennesimo disastro che ha colpito l’Emilia Romagna, è proprio questo che dà fastidio, il fatto che l’istituto denunci annualmente che il consumo di suolo non si arresta, e che una parte non irrilevante di quel consumo origini proprio dalla transizione ecologica (leggasi “parchi” fotovoltaici a terra). Lo capiscono anche i bambini che le affermazioni, nel tempo, di Salvini, Cingolani, Pichetto Fratin, Musumeci rispecchiano il motto cinese “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”. Anche se viene da pensare che i vari ministri non siano in realtà così sciocchi, ma siano in perfetta malafede.

Partiamo dal presupposto che gli ambientalisti non hanno mai governato, né governa l’Ispra, che è mero organismo di consulenza. Quindi, se disastri ci sono è perché ha deciso la politica che ci fossero, promuovendo la stessa politica da decenni: grandi opere, lottizzazioni, hub per la logistica, e, in generale asfaltatura e cementificazione del territorio: quella che si chiama impermeabilizzazione del suolo. Paolo Pileri, nel suo recente saggio Dalla parte del suolo. L’ecosistema invisibile, parla di un futuribile reato di “procurata fragilità del territorio”, reato non da poco se si considerano i quarantuno morti causati dalle alluvioni nei tempi recenti (sempre Paolo Pileri).

Ma, dal punto di vista giuridico, la ipotetica responsabilità penale soprattutto dei vari ministri va al di là della colpa, per configurarsi come dolo eventuale, posto che lo strumento per evitare gli attuali e futuri disastri ci sarebbe: è la proposta di legge del 2018 per arrestare il consumo di suolo presentata dall’onorevole Paola Nugnes e ripresa nell’attuale legislatura dall’onorevole Stefania Ascari. Del resto, una volta tanto è l’Europa che ce lo chiede, visto che entro il 2050 si dovrebbe raggiungere l’obiettivo di zero consumo di suolo.

Forse il ministro Musumeci non lo sa della pdl, non ha aperto il cassetto, visto che ha affermato nella stessa intervista di cui sopra che “serve una legge per limitare il consumo di suolo”. Quindi da una parte dice che manca una legge, e dall’altra se la prende con l’Ispra che denuncia proprio quello, che, a causa della mancanza di un freno, in Italia si consuma il suolo alla velocità di due metri quadrati al secondo. In psichiatria, questo si chiama atteggiamento schizofrenico.

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