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“Per un mese ho vissuto in un cantiere in costruzione al Giambellino, usando sacchi di cemento vuoti per chiudere le finestre e un’asse come porta”: la confessione di Al Bano

Esce per Mondadori la sua autobiografia, Il sole dentro e lui si racconta al Corriere della Sera tra i ricordi, tra vita privata, il trasferimento a Milano per cercare di fare fortuna e gli incontri indimenticabili

di Francesco Canino
“Per un mese ho vissuto in un cantiere in costruzione al Giambellino, usando sacchi di cemento vuoti per chiudere le finestre e un’asse come porta”: la confessione di Al Bano

Al Bano ha rischiato di diventare consuocero dell’iconica popstar Madonna. A raccontarlo è il cantante, proprio nel giorno in cui esce per Mondadori Il sole dentro, la sua autobiografia. Nella lunga intervista concessa al Corriere della Sera surfa tra i ricordi, tra vita privata, il trasferimento a Milano per cercare di fare fortuna e gli incontri indimenticabili (da Papa Francesco a Putin, fino a Madre Teresa di Calcutta, madrina di battesimo di sua figlia Cristel). Ma tra gli aneddoti più sorprendenti c’è appunto quello che riguarda la figlia Jasmine, avuta con la compagna Loredana Lecciso. Quando la giornalista gli fa notare che la sua Puglia oggi è un brand ed è frequentata da star del calibro di Helen Mirren e Madonna, ecco la rivelazione inattesa: “Ah, sa che ho rischiato di diventare consuocero di Madonna?”, la butta lì il leone di Cellino San Marco. Ma a che cosa si riferisce? All’incontro avvenuto qualche anno fa, nell’estate del 2021 quando la cantante festeggiò il suo compleanno proprio in Puglia (e lui le cantò l’Ave Maria). “Una volta ero a una festa dove c’era anche lei e la sua famiglia. Uno dei figli adottivi di Madonna cominciò a interessarsi a mia figlia Jasmine. Ma poi il ragazzo ripartì per gli Stati Uniti e mia figlia restò qui. Ragazzate”.

Insomma, un flirt sfiorato ma con un forte potenziale sbanca gossip. Quanto al resto dell’intervista, Al Bano ripercorre l’arrivo a Milano, nel 1961, e non nasconde di aver fatto la fame. Bussò ad un convento per cercare aiuto, ma non lo ospitarono e lui trovò lavoro come imbianchino, ma non lo pagavano. “Per un mese ho vissuto in un cantiere in costruzione al Giambellino, usando sacchi di cemento vuoti per chiudere le finestre e un’asse di legno come porta”, ammette. Poi fece il cameriere, l’operaio alla Innocenti ma finì in cassa integrazione. Le cose cambiarono quando entrò nel Clan Celentano. A proposito di Adriano Celentano, anche lui come Teo Teocoli non lo vede da diverso tempo e lancia il suo appello: “Forse a questo punto della mia vita, tra i grandi desideri che ho c’è quello di rivedere Adriano. Di persona, certo, ma anche sul palco, a cantare o a parlare. L’Italia non si è ancora resa conto di quello che Celentano ha rappresentato per la nostra cultura”.

Infine, non manca un passaggio sul grande dolore della sua vita, la scomparsa di Ylenia Carrisi, avvenuta a New Orleans nel 1993. “Le parlai al telefono per l’ultima volta il 1° gennaio 1994. A New Orleans era ancora il 31 dicembre. Poi più nulla”, ricorda Al Bano. Poi la confessione inaspettata sul ruolo che ebbe in quei momenti Sophia Loren: “Di questa storia ho parlato tante volte, qui però vorrei ringraziare le migliaia e migliaia di messaggi di affetto e sostegno che ho ricevuto in questi trent’anni. Ne ricordo uno su tutti: quando, con la mia famiglia, andammo in Louisiana per capire che cosa fosse successo, mi telefonò Sophia Loren. Mi disse: ‘Se hai bisogno di me, farò di tutto per aiutarti’”.

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