Il modus operandi del produttore e dei suoi complici era sempre lo stesso: promesse, adulazioni e droga dello stupro
Continuano a fioccare accuse contro l’ex magnate dell’hip hop Puff Daddy, che attualmente si trova in carcere a New York in attesa del processo, previsto per il 5 maggio 2025 per varie accuse di violenza e traffico sessuale, spesso consumate nei cosiddetti “Freaks Off”, ossia i post “White Party”, dove spesso erano invitate le celebrities del mondo dello spettacolo. Sembra, secondo le ultime ricostruzioni, che addirittura Leonardo Di Caprio abbia partecipato alle feste “proibite”. Ma è tutto da verificare.
Intanto Daddy è accusato in una nuova causa legale di aver drogato e aggredito sessualmente un ragazzo di 10 anni in una stanza d’albergo di New York City nel 2005. Una seconda causa legale, depositata lunedì, accusa l’ex produttore di aver aggredito in modo simile un aspirante concorrente di 17 anni del reality show “Making the Band” nel 2008.
La prima vittima, che non è stato identificata per motivi di privacy, era un aspirante attore e rapper che aveva viaggiato con i suoi genitori dalla California per incontrare i rappresentanti dell’industria musicale. Durante quella che doveva essere un’audizione per Daddy, gli è stata data una soda drogata da un socio presente in studio ed è stato aggredito sessualmente. Alla fine il bambino ha perso conoscenza. Quando si è svegliato, il bambino è stato minacciato pesantemente se avesse raccontato a qualcuno cosa era successo.
Nella seconda causa la vittima ha affermato che Combs lo avrebbe costretto ad avere rapporti sessuali con lui e una guardia del corpo, durante un’audizione di tre giorni per il programma televisivo “Making the Band”, prodotto da Daddy stesso. Quando l’aspirante concorrente ha respinto ulteriori avances, è stato eliminato dalla competizione e non è stato in grado di tornare nell’industria musicale per sette anni a causa del divieto del produttore stesso. Entrambe le cause sono state intentate secondo il Victims of Gender-Motivated Violence Protection Act di New York City, che consente alle vittime di intentare cause legali anche se è trascorso il termine di prescrizione.
Gli avvocati di Puff Daddy hanno rilasciato una dichiarazione lunedì, negando le due nuove accuse. Inoltre hanno puntato il dito contro l’avvocato dei querelanti, Anthony Buzbee, che rappresenta anche gli accusatori in precedenti cause legali, di cercare pubblicità. “Il nostro assistito e il suo team legale hanno piena fiducia nei fatti e nell’integrità del processo giudiziario – si legge in una nota ufficiale – In tribunale, la verità prevarrà: che non ha mai aggredito sessualmente o trafficato nessuno, uomo o donna, adulto o minore”.