Rifiutare tre milioni di dollari per cantare a una delle convention politiche più importanti del mondo? Si può. Lo ha fatto il rapper 50 Cent che ha detto di no a un compenso di tre milioni di dollari per esibirsi al comizio di Donald Trump a New York, lo scorso fine settimana. Lo ha detto lo stesso cantante, spiegando di “avere paura della politica” perché “quando ti lasci coinvolgere c’è sempre qualcuno che ce l’ha con te”. Il rapper ha spiegato di aver rifiutato in precedenza anche di partecipare alla Convention nazionale repubblicana di quest’anno.
Chi non ha avuto paura è sicuramente Bruce Springsteen che ha appoggiato Kamala Harris: “Mi chiamo Bruce Springsteen e sono qui per sostenere Kamala Harris e Tim Walz alle prossime elezioni“. Chitarra a tracolla, jeans e panciotto blu, il Boss è salito sul palco di Atlanta per dare il suo contributo alla corsa della democratica assieme a Barack Obama, Spike Lee e altre icone della cultura di sinistra americana.
“Donald Trump corre per diventare un tiranno americano e non capisce il vero spirito di questo Paese .- ha attaccato Springsteen – Non vuole proteggere la Costituzione e la democrazia. C’è solo una candidata e io la voterò“, ha detto prima di intonare “Dancing in the Dark” e “The Promised Land”.
Sul palco di Houston è arrivata invece Beyoncé: “È arrivato il momento che il Paese canti una nuova canzone”. Così, sul palco di Houston, Beyoncé ha chiesto agli elettori americani di votare per Kamala Harris alle prossime elezioni del 5 novembre. Parlando nella sua città natale, Beyoncé ha affermato che “le vecchie note di discordia e disperazione non suonano più” ed “è tempo che l’America canti una nuova canzone. Le nostre voci cantano in coro per l’unità”.
Beyonce, la cui canzone “Freedom” è stata scelta come inno dalla campagna di Harris, non si è esibita sul palco di Houston affermando di essere presente al comizio non come intrattenitrice o politica, ma come madre. “Immaginate le nostre figlie crescere, vedere cosa è possibile fare, senza limiti”, ha detto, aggiungendo che desiderava un mondo in cui “i miei figli e tutti i nostri figli, abbiano la libertà di controllare i loro corpi, un mondo in cui non siamo divisi”.