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Cuba in ginocchio, l’assemblea dell’Onu condanna (ancora) l’embargo. Usa e Israele unici contrari

L’assemblea generale dell’Onu ha votato, a larghissima maggioranza (187 favorevoli e 2 contrari) una risoluzione di condanna del durissimo embargo imposto all’isola di Cuba. Gli unici voci contrari sono stati quelli di Stati Uniti e di Israele. La Repubblica di Moldavia si è astenuta. Si tratta della 32esima votazione dell’Assemblea in condanna delle misure statunitensi. Tuttavia questa volta il voto ha un significato particolare. L’isola caraibica affronta uno dei periodi più difficili della sua storia, in preda ad una grave crisi energetica, con ripetute e prolungate interruzioni delle forniture elettriche, e flagellata dagli uragani.

Le sanzioni applicate dagli Stati Uniti sono progettate per soffocare l’economia cubana limitando i viaggi e vietando alle imprese di commerciare con Cuba se desiderano fare affari anche con gli Stati Uniti. Visto il peso specifico dei due paesi non è difficile capire quanto possa essere micidiale per l’Avana questa alternativa imposta a tutto il mondo da Washington. Uno degli effetti è ad esempio che gran parte dei turisti non possono utilizzare le proprie carte di credito sull’isola, limitandone fortemente la spesa.

Secondo il governo cubano, senza l’embargo l’isola avrebbe raggiunto una crescita economica superiore all’8%. L’amministrazione di Donald Trump ha designato Cuba tra le nazioni “sponsor del terrorismo”, introducendo quindi altre 22 misure restrittive. Joe Biden, che in campagna elettorale aveva promesso un approccio diverso, ha invece mantenuto questa classificazione prorogando tutte le limitazioni. Il motivo ufficiale per l’inclusione nella lista è che Cuba ha fornito un rifugio ai terroristi quando ha ospitato i colloqui di pace tra le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e il governo colombiano.