Libri e Arte

“Il moto segreto delle stelle”: un giallo d’arte a Taormina tra mare, storia e delitti – L’ESTRATTO IN ESCLUSIVA

Da manager al romanziere: Fabrizio Virtuani debutta in libreria con un romanzo davvero originale

Taormina, giugno 2019. L’investigatore Alessandro Greco, specializzato in crimini d’arte, viene coinvolto nell’inchiesta su una serie di fatti “curiusi” che sconvolgono la splendida città siciliana: un tentato colpo al vernissage di un’esposizione di navi greco-romane, un furto alla mostra nei giorni seguenti, ma soprattutto gli omicidi efferati di due giovani donne. Affiancato da Michele Leonardi, un esperto di chimica e restauri di opere d’arte dal passato travagliato, Greco condurrà le sue personalissime indagini attingendo non solo dalla sua lunga esperienza, ma anche dal proverbiale bagaglio popolare di Sarina, sua abilissima cuoca nella splendida villa in via del Teatro Greco. A completare il quadro, la sensuale farmacista Elena, coinvolta sin da subito nelle indagini, oltre che in una segreta storia d’amore. E’ questa, in breve, la trama de Il moto segreto delle stelle, romanzo da pochi giorni uscito per Aliberti Editore. E’ il noir d’esordio di Fabrizio Virtuani, top manager di successo, cresciuto in un paesino alle pendici dell’Etna.

Amante dei viaggi, dell’archeologia e dei classici della letteratura, Virtuani dichiara di essere stato per tutta la vita accompagnato da un alter ego: l’investigatore privato specializzato in crimini d’arte che avrebbe voluto essere, e che ha finalmente impersonato nella figura romanzesca di Alessandro Greco. Stanco di obbedire al diktat dell’efficienza e dell’aziendalismo, Virtuani decide di scrivere. Il suo manoscritto arriva alla casella di posta dell’editore in una notte di gennaio. La risposta arriva all’alba del giorno successivo. Ed è positiva.

Era arrivato davvero il momento, per Virtuani, di mettersi in gioco e cambiare vita, per cimentarsi in quello che potremmo definire un “romanzo sinestetico”, dove i gustosi piatti della tradizione siciliana si mescolano alla bellezza dei paesaggi e ai profumi degli oleandri, dove il dialetto siciliano è una nenia che culla le notti d’amore dei protagonisti. Un’esperienza sensoriale completa che rende il romanzo un “giallo d’arte” davvero originale.

Pubblichiamo, su concessione dell’editore, il prologo del romanzo:

Guardò dalla finestra: il cielo si era appena scurito, al termine del crepuscolo di quella seconda domenica di giugno, con le giornate che si allungavano sempre di più avvicinandosi al solstizio estivo.
Il telefonino squillò; lei guardò l’orologio, erano le nove meno qualche minuto.
Parlò brevemente, poi chiuse la telefonata.
Lui sarebbe arrivato a breve.
Poco dopo suonarono alla porta; aprì, col cuore che le batteva un po’ accelerato, e fece entrare l’uomo.
Andarono in soggiorno e si sedettero sul divano, mettendosi a parlare.
Gli offrì da bere, e lui accettò. Si alzò, prese due calici e una bottiglia di vino bianco Carricante dal frigo, lo versò e gli porse il bicchiere.
Continuarono a discorrere.
Gli domandò se avesse già cenato, e al suo diniego si offrì di preparargli qualcosa di veloce.
Si diressero in cucina.
Pose sul fuoco una pentola con l’acqua e quando bollì aggiunse il sale marino iodato e buttò gli spaghetti per due. Intanto mise in una padella uno spicchio d’aglio con poco olio, lo fece imbiondire e aggiunse dei pomodorini datterini tagliati a metà, pochissimo peperoncino e un pizzico di origano. Scolò la pasta con un minuto di anticipo e la saltò nella padella. Spense il fuoco e aggiunse poi la ventresca di tonno, una grattata di buccia di limone e qualche foglia di basilico.
Servì la pietanza in due stoviglie di Caltagirone decorate con un disegno floreale nei toni dell’azzurro, giallo e turchese.
Vide che gradiva il cibo e gli sorrise; lui la guardò ricambiandola.
Finito di cenare andarono di nuovo sul divano e continuarono a chiacchierare.
Bevvero ancora qualche calice.
Verso mezzanotte le si avvicinò e iniziò ad accarezzarla; lei dapprima provò a ritrarsi ma poi cedette, rispondendo al suo tocco.
La baciò con dolcezza, poi più appassionatamente e lei si lasciò andare del tutto.
Si spostarono in camera da letto, si spogliarono mentre continuavano a baciarsi, e fecero l’amore.
Al culmine dell’eccitazione, le accarezzò il collo mentre lei gemeva di piacere.
A quel punto decise di agire: improvvisamente strinse fortissimo le sue mani intorno alla gola di lei, che iniziò a dimenarsi per liberarsi, dapprima con violenza, poi con sempre meno forze mentre soffocava.
Un ultimo rantolo e la sua vita si spense, nel silenzio assordante della morte.
Lui rimase parecchio tempo a meditare su cosa fare del corpo.
Pensò che non poteva lasciarla in casa ma doveva portarla fuori, da qualche parte.
La rivestì e prese il contenuto della sua borsetta.
Aprì la porta e guardò intorno: la via alle quattro del mattino era deserta.
La trascinò fuori di casa per una ventina di metri, controllando attentamente per assicurarsi che non arrivasse nessuno.
Poi la prese per i capelli e le sbatté più volte la faccia sull’asfalto, fino a farle uscire copioso il sangue dal naso e dal volto.
Lasciò lì il cadavere, con a fianco la borsetta aperta, e fuggì, mentre la città si preparava a una nuova alba.