La banda dei dossier poteva contare su una talpa in grado di far filtrare “informazioni ricevute che riguarderebbero un’attività del Cnaip“, cioè il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia Postale. È quello che emerge da alcune intercettazioni delle persone finite ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano. Per l’aggiunta Alessandra Dolci e i pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco c’era un’associazione a delinquere che effettuava migliaia di accessi illeciti alle banche dati riservate.
I dati – Secondo l’accusa la banda era guidata dall’ex super poliziotto Carmine Gallo e dal tecnico informatico Samuele Calamucci, entrambi finiti ai domiciliari. In alcune intercettazioni Calamucci dice di avere agganci con l’Acn, l’agenzia per la Cybersicurezza Nazionale: “Noi eravamo dentro nell’unità…. quella che oggi si chiama Acn”, sostiene. L’informatico, annotano gli investigatori, “è sempre molto attento e verifica con attenzione tutte le attività” di polizia giudiziaria “che possano interessare” la rete che ruotava attorno ad Equalize, la società di investigazione di Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera coinvolto nell’inchiesta. L’obiettivo di Calamucci era “organizzare le difese e prendere le necessarie contromisure”.
“Quando stavo nei servizi” – Alla fine del luglio 2022, l’informatico “avverte Gallo di alcune informazioni ricevute che riguarderebbero un’attività del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche della Polizia Postale e “di essere in possesso di alcuni dati “seri”. “Ok – dice l’hacker – perché mi hanno mandato un paio di dati, dopo te li mando appena me li danno seri…”. E Gallo aggiunge “ah… va bene va bene… è il Centro a cui fa capo… a cui fa capo, a cui fa capo diciamo la divisione a cui fa capo la Polizia Postale…”, si legge nell’informativa dei carabinieri del Nucleo operativo di Varese. E ancora Calamucci, in un’altra intercettazione del marzo 2023, “racconta dei suoi passati nei “Servizi di Intelligence” così come di quelli di Mirko Lapi , esperto in analisi di Intelligence e sicurezza delle informazioni (estraneo alle indagini) e presidente di Osint Italia. E poi parla dei “ragazzi”, riferendosi al gruppo di hacker che hanno lavorato e lavorano con lui e che avrebbero messo “in piedi l’infrastruttura di Acn… quindi è l’Associazione Cyber security Nazionale… fanno quello e nell’appalto che mi mandarono all’epoca loro hanno preso tutta l’infrastruttura del Ced, tutta l’infrastruttura comunicativa tutta… cioè tutte le informazioni che passano loro hanno fatto l’infrastruttura e fanno la manutenzione… quello è il nostro accesso ai dati per Sdi”.
Il rischio fuga – Dalle indagini emerge anche di come alcuni “clienti del gruppo” possano “attivare canali di fuga“, ossia aiutare i “componenti” della centrale di cyber-spie a fuggire, per “evitare ripercussioni su se stessi o sui propri interessi economici“. In una maxi informativa gli investigatori segnalano il legame tra Calamucci e una compagnia svizzera di voli privati con la quale avrebbe effettuato vari “spostamenti”. Gli accertamenti, “eseguiti tramite canale di cooperazione Europol hanno permesso di accertare”, si legge nell’annotazione, che “nell’ultimo periodo non sono stati monitorati voli privati” della compagnia svizzera “con a bordo passeggeri dal nome di Calamucci o Camponovo“, anche lui ai domiciliari dal 25 ottobre. Tuttavia, quest’ultimo avrebbe chiesto “un’offerta commerciale per un volo da eseguirsi a marzo 2022 tra Londra e Roma“. E’ stato fatto sapere, poi, agli inquirenti milanesi che “in assenza di date e rotte precise da investigare l’operatore aereo non è in grado di fornire informazioni sui propri passeggeri”.
Il latitante – Gli investigatori in questo capitolo sul “pericolo di fuga” inseriscono anche un passaggio su presunti rapporti con un latitante, che nasce da un’intercettazione del febbraio 2023. Calamucci commenta “i dati inseriti in Beyond”, la piattaforma del gruppo, “del latitante Accarino Salvatore” e “ridendo” dice “che la latitanza” sia stata “merito loro”. E ancora: “Prova a fare una ‘dork’ con il nome di Francesco… perché il padre è andato in Tunisia lo abbiamo lasciato lì noi quindi (…) Salvatore adesso penso che tra un pò inizia la stagione e va a pescare”.