“Era distrutto e non si è mai davvero ripreso”. Non si spengono i riflettori su Liam Payne, l’ ex membro degli One Direction scomparso a soli 31 anni il 14 ottobre scorso. Fonti vicine al cantante hanno rivelato a Page Six nuovi dettagli sul suo stato di salute e sulle pressioni che l’artista aveva subito nei mesi prima della fatale caduta dal balcone di un hotel di Buenos Aires. Payne, secondo diverse fonti, aveva già avuto un’overdose alcuni anni fa e da allora lottava contro la dipendenza dalle droghe. “Era perso senza i suoi fratelli“, ha raccontato un insider che lo conosceva fin dai tempi della boy band riferendosi proprio agli ex compagni Niall Horan, Harry Styles, Louis Tomlinson e Zayn Malik.
A peggiorare la situazione, l’ingerenza del suo nuovo manager, che lo avrebbe “trasferito a Miami, allontanandolo da tutti i suoi amici e isolandolo ulteriormente“. Una condizione che ha preoccupato molti dei suoi cari, soprattutto quando il manager lo ha coinvolto nello show di Netflix “Building the Band“, poco dopo un periodo di riabilitazione: “Siamo rimasti scioccati”, ha rivelato una fonte a Page Six. “Non era affatto in condizioni di partecipare allo show”.
Ora, dopo la morte di Payne, molti si chiedono se Netflix e i produttori abbiano valutato attentamente le sue condizioni di salute mentale e fisica prima di coinvolgerlo nel progetto. “Netflix e i produttori hanno ricevuto consigli professionali e, se sì, da chi, per verificare che fosse in condizioni di salute mentale e fisica adatte a partecipare alla serie?“, ha chiesto un amico di Payne. Da parte sua, Netflix non ha voluto commentare la vicenda, ma una fonte vicina alla produzione ha dichiarato che Liam aveva un ruolo marginale nello show e che l’esperienza gli era stata di grande aiuto.