Dopo il sud e la periferia di Beirut è la volta del Libano orientale. L’esercito israeliano ha ordinato ai residenti delle città di Baalbek, Ain bourday e Durous nella valle della Bekaa di evacuare “immediatamente” le città prima di iniziare a bombardare quelle che ha dichiarato essere strutture di Hezbollah. “Le Forze di Difesa agiranno vigorosamente contro gli interessi di Hezbollah all’interno della vostra città e dei vostri villaggi e non intendono farvi del male”, ha scritto il portavoce delle Israel Defense Forces in arabo su X, Avichay Adraee, indicando le aree da evacuare. Quattro ore dopo l’ordine i caccia dell’Idf hanno cominciato a bombardare l’area. Un attacco aereo ha distrutto alcuni depositi di carburante a Dourous. Raid anche sulla città storica di Baalbek e sui villaggi circostanti.
Fonti vicini all’Idf riferiscono che i caccia della Israeli Air Forces ha colpito le risorse dell’Unità 4400, unità di Hezbollah addetta al contrabbando di armi, considerata responsabile dell’arrivo in territorio libanese di armamenti dall’Iran attraverso la Siria. “Va notato che l’area oggetto dei raid si trova al confine con la Siria ed è utilizzata da Hezbollah per il contrabbando”. A settembre Israele ha imposto un blocco militare sul Libano per prevenire il commercio di armi e nelle ultime settimane “ha ucciso Muhammad Jafar Kasir, comandante dell’Unità 4400, il suo successore e altri membri senior dell’unità”.
Baalbek era già stata colpita, ma si tratta del primo ordine di evacuazione emesso per la valle della Bekaa e per la città. Finora l’Idf aveva limitato questo tipo di ordine al Libano meridionale e ai sobborghi meridionali della capitale. L’area indicata nell’ordine di evacuazione comprende l’antico complesso di templi romani iscritto nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Il 6 ottobre, un attacco israeliano ha colpito a circa 700 metri di distanza dall’antica cittadella, che ospita 2 dei più grandi templi romani del mondo.
Il sindaco di Baalbek, Moustafa al-Chall, ha affermato che l’ordine di evacuazione ha spinto molte famiglie a fuggire dalla città. “Un avvertimento di questo tipo spaventa naturalmente molte persone, molte se ne vanno. È naturale che molte persone che non hanno alcun legame con nessun partito o con la guerra, i normali cittadini, se ne vadano”, ha detto al-Chall, aggiungendo che circa metà della popolazione della città se n’era già andata dopo che Israele aveva iniziato un’intensa campagna aerea in tutto il Libano il 23 settembre.
“Questa evacuazione non ha solo scopi operativi, ovvero consentire alle Idf di attaccare la città più liberamente senza rischi per la popolazione civile”, riferiscono fonti dell’esercito. “L’evacuazione di una città così grande (Baalbek ha circa 100mila abitanti, ndr), in profondità nel Libano, ha anche un significativo effetto cognitivo. L’iniziativa che potrebbe contribuire ad aumentare la pressione su Hezbollah per indurlo a cercare un accordo con Israele il prima possibile. La diffusa evacuazione di cittadini in molte località del paese, le enormi fasce di persone sfollate in tutto il Libano, creano senza dubbio una grande pressione sulla popolazione e una grande tensione tra i gruppi della popolazione in Libano”. L’operazione, quindi, “ha un potenziale di influenza sia militare che politico”, proseguono le fonti dell’Idf, che nei giorni scorsi avevano fatto ad arrivare al premier Benjamin Netanyhau il messaggio che le operazioni in Libano sono a buon punto e si sono create le condizioni per una trattativa che porti a un cessate il fuoco.
Gli ordini di evacuazione israeliani sono iniziati in aree specifiche, prima di estendersi e includere intere regioni o città. Secondo le Nazioni Unite oltre un quarto del Paese è sotto ordini di evacuazione israeliani, con lo sfollamento di oltre 1,2 milioni di persone. Gli ordini di evacuazione sono stati criticati da Amnesty International, che ha affermato che erano spesso “inadeguati” e sembravano concepiti per provocare uno sfollamento di massa. Il gruppo per i diritti umani ha aggiunto che anche se fosse stato emesso un ordine di evacuazione, i civili in quell’area non sarebbero diventati un obiettivo militare legittimo.
L’Idf ha reso noto, inoltre di aver “eliminato il vice comandante delle forze Radwan di Hezbollah”. “In un attacco diretto dall’intelligence, la Israeli Air Force ha colpito ed eliminato Mustafa Ahmad Shahadi, vice comandante delle forze Radwan di Hezbollah nell’area di Nabatieh“, si legge in un comunicato. Shahadi “ha lanciato numerosi attacchi terroristici contro lo Stato di Israele. La sua eliminazione fa parte dello sforzo di indebolire le capacità delle forze Radwan di Hezbollah di dirigere ed eseguire attività terroristiche contro le truppe e le comunità dell’Idf nel confine settentrionale”. Shahadi era stato “responsabile delle operazioni delle forze Radwan durante i combattimenti in Siria tra il 2012 e il 2017 e ha supervisionato gli attacchi terroristici nel sud del Libano”. L’unità Radwan è l’unità d’élite di Hezbollah” il cui obiettivo è infiltrarsi nel territorio israeliano e occupare aree vicino al confine settentrionale”.