Politica

M5S, credo che la sua parabola discendente sia ormai inarrestabile

di Paolo

Beppe Grillo nei comizi esortò le persone ad occuparsi di politica: molte capirono quel messaggio, ma tante altre fecero ciò a cui erano abituate, cioè misero Grillo al posto del leader di turno e se ne lavarono le mani. Lo stesso accade con Giuseppe Conte, ma la differenza è che la cosa è accettata.

Un errore fu sottovalutare che la crescita vertiginosa di un qualunque gruppo politico, ne accelerasse comparsa ed entità dei problemi, così come l’eccesso di zucchero degrada più velocemente un corpo, facendolo invecchiare precocemente. M5S cresceva perché era il primo movimento – fondato da due persone all’apice delle rispettive carriere – ad aggregarsi, svilupparsi e costituirsi su Internet, il tutto amplificato dall’estrema ignoranza digitale delle forze politiche del tempo. Oggi tutti i partiti usano Internet e con le relative bestie ci si è uniformati; gli elettori non partecipano più alla propria vita politica, ma a quella del leader.

La presenza di una forte opposizione in Parlamento, doveva essere efficace ma anche comunicare fuori ciò che accadeva dentro, rischiando delle sospensioni, sfruttate poi per organizzarsi in dei brevi tour. La comunicazione binaria, mai affidata al singolo, ma almeno a due figure, di modo che uno potesse dire le cose che l’altro non poteva. La presenza nelle piazze, quando si vinceva o meno, e soprattutto quando non c’era nessuna elezione, mostrava la chiara volontà di voler incidere nella vita delle persone. Una serie di iniziative quali: la pulizia delle strade, la consulenza gratuita a chi aveva difficoltà con le cartelle esattoriali ed il fondo del microcredito per le aziende.

M5S non era considerato un partito di sinistra o di destra e questo lo faceva vincere nei ballottaggi, motivo per il quale si è sempre tentato di fagocitarlo da una parete all’altra. Era comunista sui giornali di destra e fascista su quelli di sinistra.

M5S ha mantenuto varie lacune, tamponate da un’enorme passione e il desiderio di realizzare un sogno. I problemi di democrazia legati ad un aspetto organizzativo erano già noti e li si calmierava via via con i vari direttori. Accade in parte anche oggi con la Costituente (giusta ma tardiva).

E’ bene analizzare il risultato del 33%, poiché anche se ci si è arrivati, in quel momento M5S non si era discostato troppo dal 25%. Il resto è merito paradossalmente dell’allora segretario del Pd, l’unico ad essere riuscito a colpir duro lo stomaco d’acciaio del proprio elettorato, che ha cambiato voto come chi mette la moneta nel distributore, ma col filo per riprendersela. Oggi Conte a che voti punta?

La parabola discendente di M5S credo sia inarrestabile: perché “sinistra” in questo paese è considerata una parolaccia e non per colpa della destra, ma della sinistra. Essere una forza di sinistra, che faccia politica seria o meno, significa perdere il vantaggio della distanza ed essere considerato l’ennesimo partitino litigioso ed inconcludente.

Aggiungo: la demenziale diatriba del duo egocentrico Grillo/Conte ha attirato una schiera di fanatici che non ha passione e vede Grillo colpevole di far perdere voti quando partecipa, ma di pretendere soldi anche se non partecipa e Conte colpevole del degrado del M5S anche se si stava già degradando. Un contratto si fa tra due parti, era sufficiente affidarlo ad una figura che non fosse il garante/fondatore ed è stupido prendersela perché nell’esercizio del ruolo di garante, vien fuori che la cosa crea problemi alla comunicazione.

È vero che, senza Conte, M5S sarebbe già sparito ma parlare nei salotti non funziona e se si ostina a gettar via il bambino con l’acqua sporca, il risultato non cambierà. Dire che il garante è contro la comunità M5S quando scrive: “riprendiamoci le nostre battaglie” è una bugia. Poi finiamola con quest’idiozia di Grillo Deus ex Machina, ma veramente credete che il governo Draghi telefonato da mesi, non sarebbe nato senza M5S o Grillo?

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