Sulla manovra servono “cambiamenti profondi e radicali, non piccoli aggiustamenti”, mentre “il governo ci convoca a cose già fatte”. I segretari di Cgil e Uil Maurizio Landini e Pierpaolo Bordieri hanno annunciato lo sciopero generale contro la legge di bilancio per il prossimo 29 novembre. Uno stop di otto ore, al quale per il momendo non ha aderito la Cisl, e che servirà per contestare contenuti e modi usati dall’esecutivo: “Chiediamo di cambiare la manovra e anche le altre leggi sbagliate fatte, come il collegato lavoro e il ddl sicurezza”, ha detto Landini in conferenza stampa. In particolare, la manovra è considerata del tutto “inadeguata a risolvere i problemi del Paese” e i sindacati intendono chiedere l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali. I due segretari hanno anche specificato di essere stati “convocati la prossima settimana”, martedì 5 novembre a Palazzo Chigi, “con una manovra già consegnata alle Camere, che ha pochissimi margini di cambiamento. Andremo ad ascoltare, se il governo dovesse accettare le nostre proposte, siamo pronti a rivedere la decisione dello sciopero”.

Quindi Landini ha attaccato: “La manovra sta dentro la scelta che il governo ha fatto di presentare un Psb che vincola il Paese a 7 anni di taglia della spesa pubblica. Per ridurre il debito pubblico, il governo ha scelto e si è impegnato con l’Europa a ridurre la spesa pubblica“, ha dichiarato il segretario. “Questo governo sovranista è quello che ha votato le scelte fatte in Europa. Noi abbiamo manifestato perché si esca dalla austerità e si apra una nuova politica economica”. E ha chiuso: “Per far quadrare i conti e tagliare il debito si può agire anche sulle entrate, non solo sulla spesa, e questo significa una politica fiscale opposta a quella che sta facendo il governo: agire sulle entrate è la condizione per fare le scelte di cui abbiamo bisogno, risorse per salari, per aumentare la sanità pubblica, per investire su scuola e asili e per fare scelte di politica industriale”. Il segretario della Cgil ha poi risposto alle domande sull’assenza della Cisl: “Ha dichiarato che la manovra va bene. In questo momento ci sono valutazioni diverse. La nostra mobilitazione non è contro un altro sindacato ma per portare a casa risultati per tutti i lavoratori”. Mentre a proposito della decisione di Elkann di non andare in audizione in Parlamento per riferire sulla crisi di Stellantis ha ribattuto: “La Fiat non c’è più da un po’ di anni. E la famiglia Agnelli non comanda più. Non so se tutti se ne sono accorti e se lo sono messi in testa. Dove sono stati in questi anni tutti quelli che oggi si svegliano per dire che c’è un problema?”.

Le critiche, ribadite anche negli incontri che le due sigle hanno avuto con il Pd e Avs nei giorni scorsi, sono molto aspre. Si va dalle pensioni al taglio del cuneo fiscale la cui effettiva portata – sarebbe stato evidenziato – rischia di essere neutralizzata dall’effetto dell’inflazione. Ma sotto la lente ci sono anche le misure riguardanti le pensioni o la mancanza di risorse per sanità e scuola. “I lavoratori dipendenti e pensionati con l’Irpef che versano – aveva detto nei giorni scorsi Bombardieri – sono quelli che mantengono le strutture pubbliche in questo Paese, la sanità, la scuola; sarebbe ora che, anziché di condoni, si parlasse di recupero: di chi le tasse non le ha mai pagate”. “La manovra blocca le pensioni, aumenta la precarietà – ha sostenuto Landini – taglia gli stipendi e non ne hanno discusso con nessuno”.

Le parti sociali saranno sentite anche il 4 novembre in audizione in commissione bilancio alla Camera. L’ufficio di presidenza ha infatti iniziato a mettere a punto un calendario di massima sulla manovra che prevede l’audizione del ministro Giancarlo Giorgetti il 7 novembre. Non è stato ancora ufficializzato, invece, il termine per gli emendamenti che però potrebbe essere fissato intorno al 10 novembre. Sarà dunque corsa contro il tempo ma anche contro le richieste dei partiti, anche di maggioranza, che hanno già fatto sapere di voler intervenire sul testo. Intanto dalla legge di bilancio saltano alcune micro-norme. I fondi al museo della fotografia così come quelli ai carnevali storici verranno stralciate come richiesto dalla commissione Bilancio.

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