Ambiente & Veleni

“In 8 ore è caduta la pioggia di un anno”: ecco il dato che spiega il disastro di Valencia

A Valencia, in 8 ore, è caduta la pioggia che cade in un anno. Si spiegherebbe così il disastro che ha colpito la provincia spagnola provocando più di 60 morti e decine di dispersi, oltre a danni al momento incalcolabili. Come scrive El Pais, l’Agenzia meteorologica statale (Aemet) aveva alzato martedì alle 8 il livello […]

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A Valencia, in 8 ore, è caduta la pioggia che cade in un anno. Si spiegherebbe così il disastro che ha colpito la provincia spagnola provocando più di 60 morti e decine di dispersi, oltre a danni al momento incalcolabili. Come scrive El Pais, l’Agenzia meteorologica statale (Aemet) aveva alzato martedì alle 8 il livello di allerta da arancione a rosso per la costa meridionale valenciana, dove in appena un’ora si erano accumulati 90 litri. Si stimava che le piogge avrebbero potuto essere dai 150 ai 180 litri per metro quadrato, ma alla fine ne sarebbero stati rilevati più di 491, secondo i dati provvisori, nella zona di Chiva. I paesi più colpiti sono stati Requena e Castelló.

La situazione meteorologica che ha causato questo brutale episodio deriva da una combinazione di almeno due diversi fattori, come ha spiegato Rubén Del Campo, portavoce dell’Aemet. Da un lato, c’è una Dana (una depressione isolata nei livelli superiori dell’atmosfera, detta anche gota frìa), che ha provocato precipitazioni lo scorso fine settimana e che si è posizionata sul Golfo di Cadice a partire da lunedì: “Questa posizione favorisce la destabilizzazione dell’atmosfera sulla penisola e sulle isole Baleari, ma ha portato anche alla formazione di una burrasca nella zona, che favorisce l’arrivo di venti orientali sulla costa mediterranea”.

Questi venti “percorrono lunghe distanze su un mar Mediterraneo più caldo del normale per questo periodo dell’anno e ciò significa che questi venti arrivano carichi di umidità sulla costa mediterranea”. Prosegue Del Campo: “L’interazione della Dana con questi venti molto umidi porta alla formazione di tempeste con acquazzoni molto forti, persistenti e persino torrenziali nell’area del Mediterraneo”. Ad avviso di Aemet è “difficile stimare in quali aree si registreranno le precipitazioni più intense”.