“C’è un bosco a Civitavecchia, eppure pochi lo sanno. Sarebbe una risorsa verde per tutti. Ma oggi rischia di essere eliminato“. È l’allarme lanciato da Vittorio Petrelli, uno dei rappresentanti del Comitato Salviamo il bosco Enel, promotore anche di una petizione online e voce narrante di un video nel quale spiega che “il bosco conta 14.500 alberi tra ulivi, cipressi, lecci e pini marittimi, 92.400 tra arbusti e cespugli, oltre a 26mila metri quadrati di prato. Per una superficie complessiva di 40 ettari”. Poco importa se per Enel le cifre siano inferiori. Per loro gli alberi sarebbero 11.460, gli arbusti 55.830. Quel rettangolo di verde, comunque, esiste. Almeno finora. Anche se ne risulta inibita la fruizione pubblica.
Il bosco si trova in un’area del territorio di Civitavecchia particolarmente sensibile e dalla storia particolare. Dalla parte opposta della strada della Torrevaldaliga che delimita uno dei lati dell’area verde, c’è la Centrale Enel di Torrevaldaliga Nord convertita a carbone in virtù del giudizio positivo di compatibilità ambientale rilasciato a novembre 2003 dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività culturali. Il bosco, gli arbusti e il prato costituiscono la riqualificazione a verde dell’ex parco serbatoi, inserita dal Ministero dell’Ambiente tra le prescrizioni ad Enel, vincolanti per la pronuncia positiva di compatibilità ambientale in merito al progetto di conversione a carbone della centrale. Come specificato nei pareri della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via/Vas del luglio e del novembre 2012, si tratta di una “compensazione ambientale”, ma anche di una “compensazione socio-economica”. Compensazione che potrebbe essere cancellata da Enel che nel resoconto di un incontro delle Organizzazioni sindacali Nazionali Egp&Tg Italy del 10 settembre 2024 scrive che risulta “avviato un percorso per il superamento della prescrizione a verde sull’area a monte della ferrovia abilitandone lo sviluppo industriale attraverso un progetto di valore per il Territorio energetico e/o complementare anche in integrazione con progetti logistici”. Tanto che al suo posto potrebbe sorgere un grosso parcheggio.
Il progetto “un bosco per Torrevaldaliga” si è concluso nel mese di aprile 2014 e, come spiega Enel nell’aggiornamento 2023 della dichiarazione ambientale, “è stato volto al ripristino definitivo dei peculiari caratteri ambientali del paesaggio mediterraneo”. Ripristino che ora rischia di essere cancellato. ”Lo scorso 22 agosto invitavo l’Amministrazione comunale a pronunciarsi sulla richiesta di una società che opera nell’automotive che punta alla costruzione di un mega parcheggio”, ha scritto Vittorio Petrelli in una lettera inviata al sindaco di Civitavecchia, Marco Piendibene, all’assessore alle Attività produttive e al Turismo, Piero Alessi, e all’assessore alle Politiche ambientali e all’Igiene urbana, Stefano Giannini. In realtà, spiega quest’ultimo a ilfattoquotidiano.it, sono “diverse le richieste per l’utilizzo dell’area pervenute all’amministrazione comunale da parte di investitori privati impegnati nella logistica”.
Per questo motivo il Comitato con la petizione si rivolge ai diversi Enti, comune di Civitavecchia, Città metropolitana, Regione Lazio e Ministero dell’Ambiente, che hanno potere decisorio per rendere immodificabile il sito e il bosco realizzato.
Ma in attesa che gli Enti assumano una posizione sulla questione, l’Associazione Culturale Naturalistica Bioma di Civitavecchia si dice fermamente contraria. Come anche il WWF. “Il tentativo di riclassificare urbanisticamente i terreni del Bosco ENEL per superare le prescrizioni ambientali con cui nel 2003 si è inteso compensare, almeno parzialmente, la locale comunità per le ‘diseconomie esterne’ a cui sono state sottoposte a seguito dalla conversione della centrale ENEL” – dichiara Giampiero Cammerini Delegato per il Lazio dell’associazione nazionale – “oltre che una forzatura urbanistica appare una scelta lesiva degli interessi dei cittadini di Civitavecchia che non vogliono vedere trasformato un lembo di territorio verde in una grigia spianata per autoveicoli”.
La disputa sul bosco continua. Chissà cosa direbbero gli alberi se riuscissimo a sentirne le voci come accade a quelli che Giorgio Bassani descrive ne Il segreto del bosco vecchio.