Sono almeno 158 i morti provocati dalla spaventosa alluvione che ha devastato l’area metropolitana di Valencia, in Spagna. Altri cadaveri (mercoledì c’erano 95 vittime ufficiali) sono stati trovati giovedì nel capoluogo, come ha spiegato la sindaca María José Catalá. Otto persone sono state trovate senza vita in un garage, tra cui un agente della polizia. Inoltre, un’altra persona è morta in Andalusia e altre due sono le vittime in Castilla-La Mancha. Ma il numero è destinato inevitabilmente a salire. “Purtroppo ci sono persone morte all’interno di alcuni veicoli” ha dichiarato il ministro dei Trasporti spagnolo, Óscar Puente, riferendosi alle centinaia di auto e camion bloccati sulle strade intasate dal fango. Tra i paesi più colpiti quello di Paiporta, 25mila abitanti alle porte di Valencia, dove si registrano 62 vittime, quasi la metà di quelle conteggiate ufficialmente. Mentre ad Alfafar il sindaco Juan Ramón Adsuara denuncia: “C’è gente che sta convivendo con dei cadaveri in casa. Faccio un appello a tutte le amministrazioni”.

I numeri della catastrofe climatica sono impressionanti: oltre 120mila gli sfollati, mentre almeno cinquecento persone hanno pernottato in alberghi della regione di Valencia, dove sono impegnati oltre mille militari dell’Unità di emergenza dell’esercito per liberare 119 strade regionali isolate dal fango e dai detriti portati dalle piogge torrenziali. Oltre 250 persone sono state salvate da elicotteri e settanta via terra. In conferenza stampa, il ministro per le Politiche territoriali Ángel Víctor Torres ha parlato di “decine e decine di dispersi”: non c’è ottimismo sul fatto di recuperare persone ancora in vita. Il premier spagnolo Pedro Sánchez, arrivato sul posto, ha chiesto di “stare a casa” sottolineando che l’emergenza non è ancora finita. In un post su X, il presidente della Comunità autonoma valenciana Carlos Mazón comunica di aver “richiesto l’incorporazione dell’esercito e delle truppe terrestri, marittime e aeree disponibili per rafforzare il lavoro logistico e la distribuzione degli aiuti alla popolazione”.

Allagamenti in altre province – Allagamenti di strade e case si stanno verificando in diversi punti delle province spagnole di Castellón (est) e Cadice (sud-ovest). L’allerta rossa era stata segnalata anche a Tarragona e per questa area l’agenzia meteorologica catalana ha decretato allerta massima per il sud della provincia. Resta in vigore l’allerta arancione per sei comunità in Andalusia, Aragona, Catalogna e Comunità Valenciana. Allerta gialla invece per Castilla y León, Estremadura e Ceuta. Come riporta Tve, l’acqua ha invaso diversi punti del nord di Castellón, dove la popolazione ha ricevuto avvisi delle autorità per evitare di circolare. “Ci sono scuole chiuse, persone bloccate nei loro veicoli che aspettano di essere liberate, strade interrotte”, ha raccontato una giornalista in collegamento, mentre scorrevano immagini di fiumi straripati. Non lontano da lì, a Valderrobres (provincia di Teruel), l’acqua è entrata in alcune case. Disagi anche in diverse località della provincia di Cadice, spiega la stampa locale: a San Fernando, ad esempio, si sono registrati allagamenti in scuole e case. Alcune complicazioni sono state segnalate anche in provincia di Siviglia.

Il Tribunale camera mortuaria – Da mercoledì al Palazzo di giustizia di Valencia stanno arrivando diversi corpi delle vittime. In un comunicato, l’autorità giudiziaria ha spiegato che per ospitare i cadaveri è stato messo a disposizione “un intero piano sotterraneo del parcheggio” della struttura, uno spazio abilitato per agevolare poi lo svolgimento delle autopsie e delle pratiche di identificazione dei corpi. Secondo il canale tv La Sexta, nelle prime ore dall’apertura della camera mortuaria provvisoria sono arrivati “almeno dieci carri funebri”. Nel frattempo, il governo ha inviato nella zona diversi team di medici legali provenienti da altre regioni e alcuni obitori portatili“. “Ne sono state messe a disposizione circa cinque. Purtroppo dall’esperienza del Covid sappiamo che sono importanti”, ha spiegato alla radio Cadena Ser la ministra della Difesa Margarita Robles, aggiungendo che sono anche messi a disposizione psicologi per assistere sopravvissuti e parenti delle vittime.

La deviazione che ha salvato Valencia – C’è un terribile precedente nella storia della provincia di Valencia. I più anziani ricordano l’alluvione del 1957, quando il fiume Turia sfondò gli argini provocando almeno quattrocento morti e danni enormi in tutta la città. All’epoca quel corso d’acqua attraversava il centro di Valencia. Ora non è più così: dopo quella tragica inondazione il suo corso venne deviato a 12 km, lontano dal centro. E senza quell’opera la Dana, il fenomeno atmosferico che ha colpito il Paese iberico con la sua violenza smisurata, certamente avrebbe provocato molte più vittime. Al posto dell’antico letto del fiume oggi c’è l’ammirato Giardino del Turia, uno dei parchi naturali urbani più grandi e visitati della Spagna, uno spazio verde di oltre nove chilometri quadrati con strutture sportive e la celebre Ciudad de las Artes y las Ciencias, opera dell’architetto Santiago Calatrava. L’opera di ingegneria idraulica di deviazione del fiume fu iniziata appunto subito dopo l’alluvione del 1957 e ultimata nel 1973: alla fine si portò il Turia fuori città, dotando il nuovo letto del fiume di una capacità di oltre 5mila metri cubici di acqua, molti di più rispetto ai 3700 del precedente corso cittadino.

Gli sciacalli – La polizia spagnola ha arrestato 39 persone nelle ultime ore come presunti autori di atti di sciacallaggio nelle zone colpite dalle piogge torrenziali. Questi furti, in cui i ladri hanno approfittato del caos creato dall’alluvione si sono concentrati soprattutto nel centro commerciale Bonaire della città di Aldaia (31mila abitanti) e nel MN4, ad Alfafar (22mila). Le forze di sicurezza sono state costrette a ritirare parte delle truppe dal soccorso alle vittime per pattugliare le aree, al fine di prevenire ulteriori furti. L’obiettivo principale di questi ladri sono oggetti di alto valore economico poco ingombranti, come computer, telefoni cellulari o profumi di marca.

Sánchez: “Non è finita, bisogna stare attenti” – “Grazie a tutti i lavoratori del settore del soccorso: in queste emergenze va sottolineato il ruolo del pubblico, nella ricerca dei sopravvissuti e in aiuto delle persone. Ma dico ai cittadini della zone che la Dana continuerà, non è finita, quindi bisogna stare attenti” ha detto il premier spagnolo, Pedro Sánchez, in visita nelle zone colpite dalle inondazioni. “Martedì terremo il Consiglio dei ministri e dichiareremo questa zona vittima di calamità naturale: ora però invito tutti a seguire le indicazioni delle autorità. Siamo alla vigilia di un ponte festivo ma invito tutti a stare a casa. Tutti i Paesi europei stanno offrendo i loro aiuti e per questo li ringrazio“.

La vicinanza dell’Ue “Oggi le nostre bandiere sventolano a mezz’asta in ricordo delle vittime delle tragiche alluvioni in Spagna. Le mie più sentite condoglianze alle loro famiglie e la mia gratitudine alle squadre di emergenza per il loro coraggio e impegno. L’Europa è e sarà con voi, Pedro Sanchez” scrive sul suo profilo X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Piangiamo con voi. Insieme ci rialzeremo”, ha scritto in spagnolo su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “L’Europa è con la Spagna”, ha affermato anche la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. “Il Parlamento europeo si unisce al popolo spagnolo nel lutto per tutti coloro che hanno perso la vita durante le tragiche inondazioni. Affronteremo questa situazione insieme”. Anche Papa Francesco ha mandato un messaggio di vicinanza alla popolazione di Valencia, in un video inviato al presidente della Conferenza episcopale spagnola, monsignor Luis Argüello: “Voglio esprimere la mia vicinanza al popolo valenciano. Sono vicino a loro in questo momento di catastrofe”.

L’offerta di aiuto dalla Germania – L’agenzia tedesca per il soccorso tecnico (Thw) sta monitorando la situazione e ha offerto aiuto e collaborazione. A oggi non c’è stata alcuna richiesta di assistenza internazionale da parte della Spagna attraverso il Meccanismo europeo di protezione civile, ma la Thw è comunque pronta a intervenire nel caso dovesse arrivare. “In quanto organizzazione di emergenza, la Thw è strutturata in modo tale da poter distribuire la nostra tecnologia specializzata nei paesi vicini entro poche ore“, ha detto il portavoce. “L’ampia gamma di applicazioni della Thw comprende pompe ad alte prestazioni, generatori di corrente mobili, ponti temporanei, sistemi di trattamento dell’acqua potabile e veicoli pesanti per lo sgombero. Inoltre, la Thw dispone di un’unità di intervento rapido per il salvataggio all’estero (Seeba) che può essere schierata in poche ore per salvare le persone dopo terremoti e distruzioni”.

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