Le piogge continuano a colpire la Spagnail cui sud est e in particolare Valencia è stato devastato da un’alluvione senza precedenti – anche se con minore intensità rispetto ai giorni scorsi. Due province, Tarragona e Castellón, rispettivamente in Catalogna e Comunità Valenciana, sono in allerta rossa riferisce l’Agenzia meteorologica spagnola, Aemet. Si prevedono piogge anche in Andalusia ed Estremadura, dove in alcune province è stata attivata l’allerta gialla. La Dana, il fenomeno atmosferico che ha colpito il Paese iberico, ha provocato almeno 95 morti. Nella regione di Valencia sono ripartite le ricerche delle persone che ancora risultano disperse.

Le ricerche – Le ricerche si stanno effettuando tra le macerie e la coltre di fango. Il governatore della regione di Valencia, Carlos Mazón, ha riferito ieri sera che non ci sono più “persone soccorribili, visibili dall’alto”. Oggi il premier spagnolo, Pedro Sánchez, e il leader del PP all’opposizione, Alberto Núñez Feijóo, visiteranno la Comunità Valenciana per visitare il centro di coordinamento delle emergenze e la zona colpita dai danni. Oltre ai morti accertati c’è un numero indeterminato dispersi. Il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale.

I danni e le vittime – Le piogge torrenziali e le conseguenti inondazioni – mai viste in 100 anni e per gli esperti evidenti conseguenze del cambiamento climatico – hanno colpito in particolare località situate a sud e a est di Valencia. In quella zona sono caduti in otto ore circa 490 millimetri d’acqua, ovvero la quantità media abituale di un anno. “Tutto è successo nel giro di pochi secondi, l’acqua ci arrivava fino alle ginocchia. È un miracolo che possiamo raccontarlo”, ha raccontato alla stampa locale Enrique, rimasto per quattro ore bloccato sul tettuccio della propria auto a Paiporta, dove sono morte almeno 34 persone. Lì, tra le vittime, ci sono anche due agenti della Guardia Civil e diversi anziani, sorpresi dalla furia di un vicino corso d’acqua esondato mentre cenavano nella residenza in cui erano ospiti.

L’acqua e il fango hanno però scatenato l’inferno anche in diversi altri punti della Comunità Valenciana, così come in alcune aree della Castiglia-La Mancia e dell’Andalusia. Inevitabili anche i disagi correlati, con collegamenti ferroviari interrotti, tratti autostradali chiusi e trasporti pubblici locali rimasti fuori uso. Nell’incassare messaggi di vicinanza delle autorità europee e di diversi colleghi, compreso quello della premier italiana Giorgia Meloni, Sánchez ha promesso che per assistere i cittadini bisognosi saranno mobilitate “tutte le risorse disponibili”. “Anche quelle dell’Unione Europea, se fosse necessario”, ha sottolineato. Sul terreno sono stati al lavoro sin dalle prime ore dell’emergenza oltre 2.000 persone tra membri dell’esercito, pompieri, forze dell’ordine e sanitari.

La polemica – Mentre la situazione nelle zone interessate dalla catastrofe resta drammatica, sul fronte politico si sono accese le polemiche. Nella bufera, in particolare, è finita la gestione dell’emergenza da parte del presidente della regione di Valencia, il popolare Carlos Mazón, accusato di aver sottovalutato per ore la portata dell’alluvione. Un primo allarme rosso era stato infatti lanciato dall’autorità meteo nazionale (Aemet) martedì alle 7. Ma solo 11 ore dopo, esattamente alle 20.03, quando tutta la zona era già travolta dell’inondazione, è arrivata sui cellulari dei residenti l’invito urgente della Protezione civile a non muoversi in tutta la provincia.

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