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Blog - 31 Ottobre 2024
Buon halloween
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- 16:02 - Mafia: figlio giudice Amato, 'Inaccettabile che non si prosegua in ricerca verità stragi'
Palermo, 31 ott. (Adnkronos) - "L'Italia è al centro di un sistema criminale che viene raccontato poco e male. Ventisei magistrati hanno perso la vita. Io sono figlio di un magistrato. Non è accettabile che non si prosegua nella ricerca della verità, dopo tutti questi anni di lavoro interminabile di processi. Magistrati che si sono spesi per anni a cercare di descrivere questo sistema. E' dagli anni '60 che noi abbiamo prove di connivenza di neofascisti e criminalità organizzata". Così Sergio Amato, figlio del magistrato Mario Amato ucciso a Roma il 23 giugno 1980, intervenendo alla conferenza stampa 'Vogliamo tutta la verità sulle stragi' al Senato.
"Volete farci credere che come i Nar erano 'spontaneisti' anche i corleonesi sono 'spontaneisti'? No. Nel 1990 avevo 18 anni e mai avrei pensato di potere vedere magistrati saltare per aria", dice.
Poi aggiunge: "Noi familiari non possiamo accettare che un detenuto possa avere agevolazioni, grazie a un suo correo. Non so qual è stato il problema, forse la Sorveglianza, ma è una cosa impossibile da accettare - dice Sergio Amato - Per tanti anni i familiari di Amato, ma anche i familiari della strage di Bologna hanno combattuto contro la vulgata e la difesa dei cosiddetti Nar che si sono sempre definiti 'spontaneisti'. Noi familiari non ci abbiamo mai creduto, ma abbiamo dovuto combattere nei processi e nella opinione pubblica. C'è sempre quel punto interrogativo: Oggi siamo stufi di pensare che ancora oggi il popolo italiano possano essere che i Nar fossero degli spontaneisti. Mio padre fu ucciso il 23 giugno, e dieci giorni prima parlava di Ordine nuovo che si stava riorganizzando, dicendo che i Nar erano ragazzini che venivano armati".
- 15:56 - Migranti: Della Vedova, 'su paesi sicuri governo irrispettoso e a tentoni'
Roma, 31 ott. (Adnkronos) - "Il governo prima ha fatto un nuovo decreto così detto ‘paesi sicuri’ per salvare la situazione in Albania, e poi ha deciso di far morire il decreto e di mettere una norma identica come emendamento dentro il decreto flussi. È un comportamento irrispettoso nei confronti del parlamento e segnala che Meloni si muove a tentoni sul tema dei migranti". Lo dichiara il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova ai microfoni di Rai Parlamento.
"Tutto questo per salvare la situazione in Albania, che sarà un fallimento: costoso per i contribuenti, pieno di contenziosi giuridici e che riguarda un numero ridottissimo dei migranti che vengono in Italia", conclude Della Vedova.
- 15:55 - Maternità surrogata: Magi, 'vicenda argentina dimostra dove no regole sfruttamento'
Roma, 31 ott. (Adnkronos) - "La storia di questa coppia italiana, che per avere un figlio è finita nelle mani della criminalità organizzata argentina, dimostra che dove non c’è una regolamentazione del fenomeno, si insinua la malavita e ci sono sfruttamento e schiavitù. Il Governo si attivi per garantire l’interesse della minore, che non può essere certo quello di essere sbattuta in un orfanotrofio”. Lo scrive sui social il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“Regolamentare la Gpa in forma solidale, come noi proponiamo, vuol dire evitare situazioni limite come questa, e dare una possibilità a persone che non hanno altra scelta. Comprese tante coppie etero che non possono fare altrimenti, a causa di malattie e per lo scarso numero di adozioni nazionali (poche centinaia ogni anno a fronte di oltre 8 mila domande). A chi fa paura la famiglia? A esponenti di un governo che, soprattutto sui temi della famiglia, provano a imporre una visione moralista e giustizialista salvo poi essere i primi a non riuscire a rispettarla?”, conclude Magi.
- 15:48 - Regionali: da Rauti a Berlusconi (passando per D'Alema), quando le urne locali sono fatali/Adnkronos
Roma, 31 ott (Adnkronos) - Cristo si è fermato a Eboli. Berlusconi (con tutto il rispetto) a Catanzaro. E D'Alema a Campobasso. Nei giorni in cui il voto in Liguria mette a dura prova il 'campo largo' e Umbria e Emilia Romagna appaiono più importanti degli 'swing State' per le presidenziali Usa, è facile tenere il conto di quante volte le urne locali si sono rivelate fatali per gli equilibri nazionali. Con memorabili effetti negativi. Qualche volta, però, anche inaspettati e positivi.
Il precedente più celebre è certamente quello del 2000, quando il battito di ali delle regionali di aprile provocò lo tsunami della caduta di un governo. Dopo l'8 a 7 incassato dal centrodestra, il premier Massimo D'Alema annunciò infatti le sue dimissioni "per un atto di sensibilità politica e non certo per dovere istituzionale", come disse lo stesso leader Maximo parlando di una "sconfitta personale". Il centrosinistra perse regioni come Liguria, Lazio, Abruzzo e Calabria. Simbolico il caso Molise, dove il Tar annullò la vittoria dell'ulivista Giovanni Di Stasi. Alle nuove elezioni vinse il candidato di Forza Italia Michele Iorio.
Ma non è questo l'unico caso in cui i territori hanno disfatto ciò che era stato costruito a Roma. Lo scoprì a sue spese Silvio Berlusconi, con effetti meno traumatici di quelli subiti da D'Alema. Perché è anche un governo Berlusconi è caduto dopo un voto regionale, solo che a succedergli è stato...un altro governo Berlusconi. Era il 2005, si votava in 14 Regioni. All'alba della stagione dell'Unione il centrosinistra si affermò nettamente con un 12 a 2, un record. La coalizione di governo riuscì a tenere solo nelle roccaforti del Veneto e della Lombardia, cedendo diverse regioni come la Calabria. Il Cavaliere, attingendo da quel bagaglio da politico smaliziato che sempre aveva disprezzato, tirò fuori le dimissioni 'tecniche', liquidando il Berlusconi II per battezzare il Berlusconi III e ricomporre così la crisi politica della coalizione.
(Adnkronos) - E il Pd? Il Pd ha pagato un caro prezzo alle elezioni regionali, il più caro forse. Perché, siamo nel 2009, Renato Soru, uscente, perse la sfida elettorale in Sardegna a favore di Ugo Cappellacci. La reazione di Veltroni spiazzò tutti: "Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto". Dopo solo un anno e mezzo alla guida del neonato Pd, il segretario gettò la spugna puntando il dito contro il correntismo.
Ma il voto locale non ha 'solo' stoppato o deviato il corso di progetti nazionali. Anzi. Basta bussare alla porta di Gianfranco Fini e chiedergli dell'Euromercato di Casalecchio di Reno. Era il novembre del '93, alla vigilia della storica tornata elettorale in cui per la prima volta si sarebbero scelti direttamente i sindaci. Silvio Berlusconi, allora imprenditore a tempo pieno, stava inaugurando un suo centro commerciale alle porte di Bologna quando gli chiesero cosa avrebbe votato se fosse stato a Roma. Il resto è storia. Il Cavaliere indicò Fini, l'allora leader del Msi perse le comunali ma all'Euromercato nacque il bipolarismo, il centrodestra come lo conosciamo oggi e la parabola politica di Fini leader. Per non parlare della discesa in campo di Berlusconi.
Eppure, per restare a destra, anche da queste parti il voto locale è stato pugno prima ancora che carezza. Nel 1991, alle elezioni amministrative e regionali in Sicilia l'Msi dimezzò i voti. Pino Rauti convocò a stretto giro un Comitato centrale dove entrò segretario e uscì dimissionario. Al suo posto venne eletto proprio Fini. "C'era la necessità di un dibattito approfondito sulla linea politica", raccontò lo stesso ex presidente della Camera a Radio Radicale.
(Adnkronos) - A sinistra, invece, basta pronunciare le parole "prove generali" per riportare la memoria alle elezioni amministrative e regionali del giugno del '75. Il Pci arrivò al 33,46%, ad una incollatura dalla Dc (35,27%). Su circa 30 milioni di elettori oltre 11 milioni votarono Pci. Il famoso "un elettore su tre vota comunista" pronunciato da Berlinguer dal balcone di Botteghe Oscure.
A diventare sindaci furono amministratori poi rimasti celebri come Luigi Petroselli a Roma, Renato Zangheri a Bologna e Diego Novelli a Torino. Il Pci si trovò al comando in cinque regioni e nelle prime cinque città italiane. La Dc accusò il colpo e la legislatura si concluse anticipatamente un anno dopo, con il voto del giugno '76. Nonostante le "prove generali" di un anno prima, però, il sorpasso sulla Dc non arrivò. Ma il Pci sfondò il tetto dei 12 milioni di voti e raggiunse il massimo storico del 34,3%. Da lì (e dalle regionali del '75) la nascita dell'Andreotti III sulla formula inedita della "non sfiducia" del Pci e la stagione del compromesso storico. Ma questa è un'altra storia. (di Giuseppe Greco)
- 15:45 - Stragi '92: Sinicato, 'istituire una Procura nazionale centralizzata per le indagini'
Palermo, 31 ott. (Adnkronos) - "Se fossimo un paese serio dovremmo istituire una Procura nazionale centralizzata per le indagini sulle stragi, così come per la Dda, per quanto riguarda la mafia e la criminalità organizzata. Perché, solo così noi saremo in grado di fare valere al meglio le conoscenze che in 30 anni si sono costruite e sovrapposte le une alle altre. E' anche in questa ottica che critichiamo fortemente la possibilità, o l'ipotesi, che una persona come il senatore Roberto Scarpinato possa essere estromesso, con un gioco di prestigio, dal suo ruolo, perché va nel senso della parcellizzazione della conoscenza. Estromettere e allontanare il più possibile coloro che sanno, per potersi giocare le carte coperte e non dover essere costretti a tirarle fuori. Questo è un gioco che per 50 anni è stato giocato sul tavolo delle stragi italiani, ora è arrivato il momento di dirlo che abbiamo bisogno di centralizzare e utilizzare al meglio le componenti che hanno una esperienza fondamentale, come Scarpinato". Così l'avvocato Federico Sinicato, presidente dell'associazione familiari vittime della strage di Piazza Fontana nel corso della conferenza stampa in Senato 'Vogliamo tutta la verità sulle stragi'.
- 15:33 - Sanità: ok Commissione Senato a decreto per proteggere medici da aggressioni (2)
(Adnkronos) - "Negli ultimi anni - denuncia Rapani - le strutture sanitarie calabresi hanno visto un aumento degli episodi di violenza, in particolare nei Pronto soccorso e nei reparti di emergenza. Il decreto risponde a una situazione divenuta insostenibile: gli operatori sanitari, specialmente in contesti critici, sono spesso esposti a minacce e aggressioni, compromettendo la loro serenità e professionalità". Il senatore di Fdi accoglie "con favore le pene aggravate per chi attacca fisicamente il personale sanitario, considerate misure necessarie per sostenere il loro lavoro e scoraggiare comportamenti violenti". Oltre alle aggressioni fisiche, il decreto prevede "pene severe anche per danni materiali alle strutture sanitarie. Troppo frequentemente, attrezzature e spazi sono colpiti da violenze, causando ulteriori difficoltà nella gestione sanitaria".
"Questa misura - prosegue l'esponente di Fratelli d'Italia - offrirà una maggiore protezione a tutte le strutture, con un impatto positivo anche in Calabria". Una novità importante del decreto "è l'arresto obbligatorio in flagranza differita, entro 48 ore dall'episodio, in presenza di prove video o fotografiche. Questa misura, che mira a garantire giustizia per gli operatori anche in caso di denuncia tardiva, rappresenta un deterrente fondamentale contro la violenza".
"Negli ultimi anni, la sicurezza del personale sanitario ha ricevuto crescente attenzione pubblica e istituzionale. Il decreto del 30 marzo 2023 aveva già previsto la presenza fissa della Polizia di Stato nelle strutture più esposte, e il nuovo decreto completa questa iniziativa con ulteriori misure preventive. Questa azione normativa rappresenta una risposta concreta alle esigenze del settore sanitario, particolarmente sentite in Calabria. Auspico che il decreto porti a un miglioramento reale e immediato delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari, contribuendo a creare ambienti di cura più sicuri, dove possano concentrarsi esclusivamente sulla loro missione di assistenza", conclude Rapani.
- 15:33 - Giustizia: Gasparri (Fi), 'nota MD temeraria e irricevibile, farebbero meglio a scusarsi'
Roma, 31 ott. (Adnkronos) - “La nota di Magistratura Democratica in difesa degli abusi di alcuni suoi associati è temeraria e irricevibile. Invece di chiedere scusa agli italiani per le sentenze emesse, per le mail pubblicate e per tutta una serie di comportamenti gravissimi e contrari ai principi costituzionali, MD si mette pure a minacciare chi usa i toni adeguati nei confronti di certe persone. Farebbero meglio a chiedere scusa e poi a tacere”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.