Mentre in Italia mette in atto una sostanziale paralisi produttiva, con gli impianti fermi o al minimo, Stellantis presenta brutti dati trimestrali che evidenziano però risultati peggiori in Nord America rispetto a quelli registrati in Europa. Nel terzo trimestre 2024 i ricavi netti si sono fermati a 33 miliardi di euro: un crollo del 27% rispetto allo stesso periodo del 2023, “dovuto principalmente a minori consegne e a un mix sfavorevole, oltre all’impatto dei prezzi e dei cambi”, spiega il gruppo automobilistico presieduto da John Elkann, nell’occhio del ciclone per il rifiuto a presentarsi in audizione in Parlamento per rendere conto dell’operato dell’azienda nella Penisola. A livello globale le consegne consolidate sono 1,1 milioni, il 20% in meno anno su anno. L’annata nel complesso andrà male: viene confermata la revisione peggiorativa delle stime arrivata a settembre, quando l’obiettivo di risultato operativo è stato ridotto al 5,5%-7% dei ricavi.
L’andamento dei ricavi sconta “la cessata produzione di diversi modelli per l’avvio della transizione del portafoglio prodotti, la riduzione pianificata delle scorte in Nord America e gli impatti derivanti da un contesto di mercato europeo difficile“, si legge nel comunicato del gruppo. In Nord America in particolare gli ordini scendono a 299mila unità, giù di 171mila, mentre nell’area europea il calo è di “sole” 103mila unità, a 496mila, per cui i ricavi arretrano del 12% contro il -42% registrato oltreoceano.
Il titolo comunque guadagna terreno in Borsa perché poteva andare peggio: gli analisti ripresi da Bloomberg notano che i ricavi europei hanno contribuito a compensare i problemi in Nord America, grazie ad un mix di vendite più forte del previsto che ha contrastato la pressione sui prezzi. Secondo Bernstein, in particolare, Stellantis ha soddisfatto gli obiettivi della vigilia, con ricavi in linea con il consenso. L’Europa in positivo ha compensato un Nord America peggiore del previsto, grazie a un mix di vendite di veicoli dei segmenti B e C che ha contrastato la pressione sui prezzi. Più pessimista Citi, i cui analisti secondo Bloomberg si concentrano sui problemi in Nord America ed escludono vi sia molto margine per le posizioni più rialziste sul titolo.
Equita nota che in ogni caso il fatturato del terzo trimestre è poco indicativo, data revisione al ribasso delle guidance 2024 arrivata a settembre. E aggiunge che c’è qualche notizia positiva sul lato degli ordini dei nuovi modelli Citroën C3 e Peugeot 3008. Inoltre oltre 200 concessionari in Europa sono pronti a partire con le vendite dei modelli del brand cinese Leapmotor. Ma è presto, spiegano gli analisti di Equita, per valutare se i nuovi modelli sono in grado di compensare la
pressione prezzi attesa anche nel 2025.