“Una sinistra bugiarda e rancorosa che non sa più a cosa appigliarsi”. Così il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato risponde su Facebook alle polemiche innescate dall’articolo del Fatto sulla pubblicità delle cliniche di cui è socio, sul cui sito si promettono accertamenti “senza dover attendere i lunghi tempi del Servizio sanitario pubblico“. L’esponente di Fratelli d’Italia sottolinea di possedere solo il 10% della società e di non avere “alcuna responsabilità di gestione, figuriamoci poi dei contenuti del sito Internet”. E allega una lettera del Garante della concorrenza e del mercato, firmata dal segretario generale Guido Stazi, in cui, dopo aver esaminato la dichiarazione di Gemmato sulle sue partecipazioni e cariche, l’Autorità afferma di aver “ritenuto che non sussista alcuna situazione di incompatibilità” con l’incarico di governo. Il tema, però, non è solo il conflitto d’interessi, ma l’imbarazzo creato al ministero della Salute dal fatto che una clinica partecipata da un suo sottosegretario cerchi di attirare clienti sottolineando le inefficienze del Servizio sanitario nazionale: cioè quelle che lo stesso sottosegretario dovrebbe occuparsi di risolvere. Gemmato quindi tenta di contrattaccare “Con il governo Meloni e il ministro Schillaci ci stiamo occupando del problema delle liste di attesa creato dalla malagestione di decenni di sinistra al governo”, afferma.
Dall’opposizione però la segretaria del Pd Elly Schlein ha già chiesto le sue dimissioni. “È assolutamente evidente che un sottosegretario alla Salute con un palese conflitto di interessi non possa rimanere un minuto di più in quel ruolo”, scrive. “Lo abbiamo sempre detto. La destra non sta smantellando la sanità pubblica per sciatteria, ma per un preciso disegno. E chi ci guadagna? Solo loro, la destra. Lo spot è un insulto ai quei 4,5 milioni di italiani che hanno già rinunciato a curarsi proprio causa di quelle liste d’attesa che la clinica promette di far saltare”, attacca. “Ormai è chiaro, anche l’eliminazione dalla manovra del piano di assunzioni straordinario che avevano promesso è un modo per favorire la sanità privata, la loro sanità privata”, afferma. E chiama in causa la premier Giorgia Meloni: “Chiarisca come abbia potuto nominare in un ruolo così delicato, di amministrazione della sanità pubblica, una persona così esposta nel settore della sanità privata”.
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Le voci che chiedono un passo indietro al sottosegretario sono già moltissime. “Non si sta dentro un esecutivo facendo attività di lobby o coltivando interessi privati. Mi pare un’ovvietà sulla quale dovremmo essere tutti d’accordo”, dichiara la deputata Pd Ilenia Malavasi. Gemmato, beccato con le mani nella marmellata, dichiara di non aver preso utili e di essere pronto a lasciare la società. Non basta. Quello che deve lasciare è il suo incarico al ministero della Salute. È in gioco la credibilità delle istituzioni“, attacca. Per Luana Zanella, capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi e Sinistra, il doppio ruolo di Gemmato “non è solo sgradevole, è un palese conflitto di interessi. Avrebbe dovuto lasciare le sue quote dal momento del giuramento e deve farlo, ma la questione politica è: può rappresentare degnamente la tutela della salute pubblica un sottosegretario che ha o ha avuto interessi in quella privata?”. Anche il M5s, con i deputati Leonardo Donno e Andrea Quartini, annuncia “un’interrogazione al ministro della Salute per fare chiarezza e chiedere se ritiene che ci siano ragioni per riconsiderare le deleghe del sottosegretario”.