La questione morale che attraversa il governo e la sua maggioranza è giorno dopo giorno sempre più gigantesca. Gli scandali sono quasi giornalieri. Nel centro-sinistra non se la passano bene, ma le destre superano il limite di guardia ed assumono nella guida del governo una spinta eversiva dell’assetto costituzionale perché mirano a disarcionare uno dei pilastri fondamentali della nostra democrazia e dello stato di diritto: l’autonomia e l’indipendenza della magistratura.
Del resto come potrebbe essere diversamente se guardiamo la storia dei capi dei partiti dagli inizi degli anni 90. Il loro obiettivo è sempre stato quello di creare una giustizia di classe. Un sistema giudiziario scudo d’acciaio per garantire l’impunità e le nefandezze del potere e spada inoffensiva per contrastare il potere. E quando sul loro cammino si sono trovati servitori della Repubblica fedeli alla Costituzione li hanno sempre trattati in maniera eversiva: attacchi mediatici, politici ed istituzionali, isolamento, lavoro tramite la loro rete dei poteri occulti per abbattere gli ostacoli con i proiettili istituzionali. Gli obiettivi delle destre, dalla nascita della Repubblica, sono stati quelli di impedire ad ogni modo la possibilità di un’alternativa di sistema nel nostro Paese. Prima con le bombe poi con l’abuso del potere. E lo dimostrano soprattutto la storia degli esponenti dei partiti delle maggioranze di turno che in maniera diversa, ma convergente, hanno sempre avuto l’obiettivo di arginare e fermare una possibile avanzata comunista.
La destra estrema, oggi al potere, ha le radici impregnate di eversione dell’ordine costituzionale e patetico è la richiesta alla Meloni e a La Russa di definirsi antifascisti. Non lo sono. Così come Berlusconi arriva al potere con l’intento dichiarato di fermare la possibile presa del potere da parte dei comunisti. Più incubi che pericoli reali perché il loro incubo è svanito con la morte di Berlinguer e la fine del partito comunista di massa. Il loro incubo sono diventati i magistrati, spesso definiti pericolosi comunisti o sovversivi, perché osano ancora, per la verità sempre di meno, cercare verità e giustizia sugli abusi del potere.
Il vero pallino delle destre è la conquista del potere, il consolidamento delle posizioni dominanti, l’abbattimento delle alternative di sistema e la distruzione dei poteri di controllo: magistratura ed informazione. Finora non ci sono ancora riusciti del tutto e gli scandali giorno dopo giorno stanno travolgendo la maggioranza politica che governa, ma i colpi che stanno assestando allo stato di diritto sono micidiali.
Se mettiamo insieme leggi approvate in due anni e quelle in fase di approvazione il controllo di legalità costituzionale sarà sempre più arduo e il potere sarà sempre più forte, inquinato e incontrollato. Però allo stesso tempo aumentano reati e pene per quelle categorie di persone che sono fastidiose, ingombranti o pericolose per il potere. Per un governo delle destre sarebbe legittimo spostare l’asse della repressione verso alcune tipologie di reati, ma quello che è eversivo è creare una giustizia diseguale e costruire l’impunità del potere. Questa maggioranza, senza la presenza ingombrante di Berlusconi vivo ma con tutto il suo carico di testamentario, è quella che più di ogni altra, pur nella sua più profonda mediocrità, porterà a compimento il disegno eversivo di smantellamento degli equilibri costituzionali. E le condizioni ambientali di contesto sono ideali.
Nel popolo la questione morale non è in questo momento una priorità. Le opposizioni politiche parlamentari sono deboli e inoffensive, in buona parte anche esse infarcite di questione morale. La magistratura negli anni, per colpe anche sue, ha perso autorevolezza e credibilità nello stesso popolo nel nome del quale è amministrata la giustizia. L’informazione anche vive spesso di padroni tutt’altro che autentici democratici e giornalisti non di rado megafono del disegno eversivo. Insomma le condizioni ideali per trascinare in tanti nella sfiducia più totale, altri nell’indifferentismo, altri ancora nell’accodarsi al conformismo imperante ed altri ancora ad omologarsi nel sistema. Chi si oppone verrà sempre di più marginalizzato e pezzi di resistenza costituzionale saranno sempre di più spinti in un recinto da bollare come sovversivo.
Un quadro nero, come nero è il filo che unisce il disegno eversivo che ha sempre minato la vita della Repubblica, della democrazia e della costituzione.