Halloween è alle porte e la Juventus decide di spaventare tutti con una difesa horror. Quello contro il Parma è l’ennesimo pareggio stagionale (in casa, il sesto totale): un 2-2 che sa di sconfitta. I bianconeri si allontanano dal primo posto, mentre Napoli e Inter continuano a correre. Gioco lento e a tratti prevedibile, il solito Conceicao e il ritrovato Weah non bastano. Danilo è entrato in un loop e con i suoi errori ha inglobato (inconsapevolmente) anche il resto della squadra. Da muro a telepass: l’infortunio di Gleison Bremer ha messo in luce dei limiti oggettivi. Se per i primi due mesi la solidità difensiva è stato il punto di forza dei bianconeri, ora è lo stesso che sta tradendo Thiago Motta. E là davanti, gli errori di Vlahovic iniziano a pesare per davvero. Dopo l’entusiasmo iniziale, le prime critiche: è già addio alla corsa scudetto?

Indifesa
Non sono tanto i gol subiti (anche se poi sono quelli che davvero pesano) quanto l’impressione che i bianconeri possano sempre subire gol da un momento all’altro. Vuoi la stanchezza e la panchina corta, ma la solidità dei primi due mesi non si è più rivista. 1 gol nelle prime 10 partite, 7 nelle ultime 3. Subiva solo 2,3 tiri in porta a partita, oggi Di Gregorio ne vede arrivare almeno 8 dalle sue parti. Pesano i rigori concessi e le palesi difficoltà tecniche e di condizione fisica di Danilo. Ora si spiegano le panchine consecutive nelle prime giornate.

Pochi guizzi, errori pesanti
Conceicao conferma di essere imprescindibile in questa squadra, per pensiero e scelte offensive. Un passo decisamente diverso al resto del campionato italiano. Dall’altra parte Weah sta dimostrando di essere un calciatore completamente diverse dallo scorso anno (bastava semplicemente metterlo più vicino alla porta). Discorso a parte per Weston McKennie: con le valigie in mano ogni anno, si rivela una pedina al quale è impossibile fare a meno. A preoccupare, invece, è il discorso del centravanti: se vuole compiere lo step del grande attaccante, Dusan Vlahovic deve segnare anche i gol “più brutti”. Quello che gli manca è la freddezza sotto porta, e per un giocatore pagato oltre 70 milioni di euro è un problema non da poco, soprattutto se sei il numero 9 titolare della Juventus. I palloni arrivano in area, errori di superficialità non sono più ammessi: quelli di Cagliari e Parma hanno fatto “perdere” 4 punti alla squadra. Ora è arrivato il momento di dimostrare il vero valore sul campo, e non solo mostrando polemicamente il nome sulla maglia.

Il Napoli scappa, la Juve si ferma
Mentre il Napoli di Antonio Conte si conferma lo schiacciasassi di questo campionato cercando anche la prima fuga dalle inseguitrici, la Juventus si auto-sabota e si blocca improvvisamente. Difesa confusionaria, attacco inconcludente e troppi pareggi. A pesare, sono soprattutto quelli casalinghi. E in una corsa che si estende su 38 giornate, i bianconeri dimostrano di essere in ritardo, su tutto. Agosto e settembre da top, ottobre è stato un flop. Novembre e dicembre per capire la vera dimensione e le ambizioni del club di Thiago Motta. Gli infortunati (tolto Bremer) rientreranno, ma la Juventus – se vuole lottare fino in fondo per lo scudetto – non deve più sbagliare.

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