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Il mistero di Apice: cos’era quell’oggetto non identificato che ha colpito l’arbitro? – Domenica Bestiali

Mettete una strana nebbia stile partita di tennis tra Fracchia e Frankenstein. Una musichetta in stile colonna sonora di X-Files di sottofondo con la variante di qualche urlo blasfemo più che agghiacciante, perché sempre le Domeniche Bestiali sono. Anche i campi di provincia hanno i loro misteri, le loro trame inquietanti e in particolare oggi, visto che è Halloween, è bene evidenziare storie spaventose e misteriose, di quelle che non ti fanno dormire la notte tipo prestazione di Clarke dell’Ipswich Town contro il Brentford.

FANTASMI E UFO
Ad Apice, in Provincia di Benevento, c’è uno dei più begli esempi di paese fantasma in Italia. A causa di un terremoto negli anni ’60 il paese fu ricostruito in un’altra area e il vecchio borgo è rimasto una sorta di museo del tempo che fu, con le sue atmosfere suggestive all’ombra di un meraviglioso castello. Un’atmosfera che concilia perfettamente anche con misteri tipo gli Ufo: era un ufo a tutti gli effetti quello che ha colpito l’arbitro della gara della squadra locale e che è valso 150 euro di multa: “Propri sostenitori attingevamo l’AA2 con sputi e lo colpivano col lancio di un oggetto non identificato”. Mulder e Scully nel paese fantasma: perché no?

LA MAIL FANTASMA
Un altro mistero che si è consumato negli ultimi giorni ha visto protagonista l’interista Bisseck. Il giovane difensore è nato in Germania da genitori camerunensi, dunque tecnicamente convocabile da entrambe le nazionali. Negli ultimi giorni è arrivata una mail alla federazione camerunense da parte di Bisseck, che diceva sostanzialmente “voglio giocare per voi”. Una decisione sorprendente visto che il calciatore ha già fatto tutta la trafila delle giovanili nella Germania, e che ha portato la federazione tedesca ad approfondire: infatti quella mail era falsa.

IL DOPPELGANGER ARBITRALE
Senza preamboli, riportiamo parte del comunicato che motiva la multa di 300 euro comminata al Santa Teresa di Gallura, Seconda Categoria Sarda: “Al termine dell’incontro il direttore di gara trovava la porta del proprio spogliatoio (che era stata chiusa a chiave) sfondata. Una volta entrato nel locale, rinveniva i propri effetti personali calpestati, sporchi di fango e presumibilmente presi a calci, in particolare riscontrava che due giubbotti erano stati irreparabilmente danneggiati. L’arbitro si accorgeva inoltre della sparizione di un borsello contenente il suo portafogli e le chiavi di casa e decideva pertanto di recarsi presso lo spogliatoio della squadra di casa per chiederne la restituzione, al ché veniva chiusa la porta dello spogliatoio, che lo urtava marginalmente e dall’interno i tesserati del Santa Teresa Gallura gli urlavano frasi minacciose e offensive. (…) A quel punto l’arbitro si rendeva conto che dal proprio spogliatoio erano spariti anche un calzettone e dei pantaloncini da gara”. Ora, a prescindere dal rubare un calzettone (sono gusti) non notate qualcosa tipo la bimba con in mano il libro di fisica quantistica in Man in Black? Già: per quale motivo l’arbitro va girando con due giubbotti?

TRE SECONDI
Sì, dopo Venerdì 13, 1408, Number 23 arriva un altro titolo degno degli horror legati ai numeri. Lo scrive Rafa Silva, attaccante brasiliano del Cruzeiro: tanto gli è bastato per farsi cacciare dall’arbitro, durante il match di campionato contro l’Atletico Paranaense. Cos’ha fatto? Molto semplice: calcio d’inizio, gomitata al collo rifilata a Kaique Rocha e sotto la doccia fresco come una rosa come un agente di commercio che va al lavoro alle 7 e mezza del mattino.