Non solo la siccità. A Nizza, paese costiero del Messinese, il sindaco Natale Briguglio ha emanato un’ordinanza di non potabilità dell’acqua perché la presenza di arsenico rilevata dalle analisi ha svelato un dato superiore al limite di legge. L’accumulo di arsenico potrebbe riguardare i lavori del raddoppio ferroviario tra Messina e Catania, di cui ilfattoquotidiano.it ha già parlato. “Non sappiamo se è un valore precedente”, ha però voluto sottolineare il sindaco in una nota.

I lavori per il raddoppio ferroviario sono stati oggetto di attenzione proprio per la presenza di arsenico in rocce e terre dei Monti Peloritani in cui si è scavato per realizzare una galleria. Le operazioni sono state affidate a un consorzio di imprese di cui Webuild, la stessa società che dovrà realizzare il ponte sullo Stretto, è capofila. Si tratta di un appalto di 650 milioni sulla tratta Giampilieri-Fiumefreddo, affidato da Rfi, per potere finalmente realizzare una linea ferroviaria più efficiente. Il problema è che il territorio in cui scavare, quello dei monti Peloritani, nel lato ionico del Messinese, presenta un’alta concentrazione di metalli, tra questi anche l’arsenico. Una situazione già nota e del tutto indipendente dai lavori.

Il materiale dello scavo, tuttavia, è stato accumulato in vasche nelle quali nei giorni scorsi è stato rilevato dall’Arpa un valore di arsenico superiore alla norma: “Dagli esiti delle indagini il terreno oggetto delle analisi è stato classificato come rifiuto non pericoloso. L’indagine condotta su metalli aerodispersi nella galleria ha riscontrato valori inferiori ai limiti previsti per la salute dei lavoratori”, aveva spiegato Antonino Pulejo, presidente del consorzio di imprese che sta realizzando il raddoppio ferroviario. “Il problema però è stato che nei giorni di intensa pioggia il materiale stoccato è andato disperso nel terreno circostante”, aveva denunciato il deputato regionale di Sud Chiama Nord, Giuseppe Lombardo, che è anche sindaco di Roccalumera, paese limitrofo a Nizza. Per questo stesso motivo Briguglio ha affidato a un laboratorio privato le analisi per valutare la presenza di arsenico (questo è stato il solo metallo cercato) nelle condotte del suo paese. Un’analisi che ha segnato un valore pari a 12 microgrammi ovvero di 2 punti sopra il limite consentito dalla legge.

Dopo la delibera del sindaco di Nizza, adesso si procederà con ulteriori accertamenti di Arpa e Asp. Ma intanto Lombardo accusa: “Durante l’incontro all’Arpa di Messina era già emerso che, presso il cantiere per il raddoppio ferroviario, vi è un deposito di terre e rocce da scavo contenenti arsenico. Questo deposito, presente da mesi, non è stato comunicato né alla cittadinanza né agli organi competenti in tempo utile per adottare le necessarie misure di sicurezza. Tale mancanza di informazioni preventive ha ora delle conseguenze gravi per i cittadini di Nizza di Sicilia, che si trovano a non poter utilizzare l’acqua potabile, senza sapere da quanto tempo la contaminazione fosse presente. Abbiamo sempre richiamato l’attenzione su questa criticità, senza creare allarmismi, ma con l’intento di garantire sicurezza e trasparenza. Oggi, purtroppo, i fatti confermano le nostre preoccupazioni: è necessario intervenire con urgenza per monitorare le risorse idriche, accertare le cause di contaminazione e assicurare alla cittadinanza che la situazione venga gestita con la massima responsabilità e attenzione”.

Pulejo aveva rassicurato: “Appena rilevati gli aumenti della concentrazione di arsenico nelle terre della galleria Sciglio, durante le ordinarie attività di controllo svolte dai tecnici interni e da laboratori esterni e indipendenti, nel rispetto delle prescrizioni ambientali sul progetto, il Consorzio ha avvisato le Autorità competenti”. Il problema in questi mesi è stato rintracciare una discarica in cui poter depositare il rifiuto non pericoloso, per questo lo scorso 18 ottobre enti preposti e responsabili del consorzio e di Rfi, si sono riuniti a Palermo: “È stata ipotizzata una soluzione a breve termine – aveva spiegato Pulejo – che prevede il conferimento come rifiuto presso un impianto esterno autorizzato. Ad ulteriore tutela di lavoratori e territori, sono stati attivati anche gli specialisti delle università di Catania e Roma Tor Vergata, per fornire supporto al Consorzio, al fine di analizzare le informazioni disponibili e valutare eventuali ulteriori monitoraggi/azioni da intraprendere”. Basterà?

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