È “fondata” l’ipotesi di modificare il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere escludendo i membri laici del Consiglio superiore della magistratura – avvocati e accademici scelti dal Parlamento – dall’elezione tramite sorteggio, che rimarrebbe così prevista solo per i membri togati, quelli scelti dai magistrati nelle proprie file. A dirlo è il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite della trasmissione Ping pong su Rai Radio 1: la modifica, afferma, “è oggetto di dibattito, vi sono dei pro e dei contro. Da un lato potrebbe sembrare irrazionale che una parte del Csm, i magistrati, fosse sorteggiata e l’altra eletta. Ma mentre i giudici devono essere indipendenti e autonomi, i parlamentari sono espressione della volontà popolare, quindi, se il Csm deve avere una minima rappresentanza popolare, l’ipotesi di escludere questa dal sorteggio è fondata. Ne stiamo discutendo e la maggioranza anche su questo si esprimerà in maniera compatta”. In realtà nel ddl il sorteggio dei laici è già previsto quasi solo sulla carta: l’estrazione, infatti, dovrà avvenire nell’ambito di un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento, di cui non è specificata la consistenza numerica. Di fatto quindi la politica – a differenza della magistratura – continuerà in ogni caso a scegliere in qualche modo i propri rappresentanti al Csm.
Il progetto di riforma, che prevede anche la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, è attualmente all’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera e il suo arrivo in Aula è previsto per il 26 novembre: il governo ha deciso di accelerare l’iter del testo dandogli la precedenza rispetto all’altro ddl costituzionale in discussione, quello sul cosiddetto premierato. Trattandosi di un ddl costituzionale, per approvarlo serve una doppia votazione in ciascuna delle due Camere. “Il cronoprogramma che abbiamo fatto definisce entro il mese di luglio la possibilità della doppia lettura e quindi del successivo referendum”, spiega Nordio. “Il referendum sarebbe evitato se vi fosse una maggioranza qualificata (i due terzi nella seconda votazione, ndr) ma probabilmente non ci sarà, e tutto sommato auspicherei davvero il referendum perché in una materia così sensibile e controversa è giusto dare la parola al popolo italiano. Personalmente sono convinto che la grande maggioranza starebbe con noi”, afferma.
Il Guardasigilli torna anche ad attaccare i magistrati a proposito dei trasferimenti di migranti, criticando il passaggio con cui il Tribunale di Bologna, rinviando alla Corte di Giustizia europea il nuovo decreto del governo sui Paesi sicuri, ha sottolineato che in base al criterio adottato dall’esecutivo si sarebbe potuta considerare “sicura” anche la Germania nazista. “Questo è un linguaggio giornalistico, io spesso l’ho adottato quando scrivevo editoriali e libri, i paradossi sono sempre il sale della dialettica e del lessico ma non sono adatti a sentenze e ordinanze, soprattutto quando fanno riferimento a episodi della storia così gravi e atroci come il nazismo che sarebbe bene venissero affrontati con adeguata serietà e competenza”, sentenzia Nordio. Bacchettando pure chi ha usato il termine “lager” per descrivere i centri di trattenimento fatti costruire dal governo in Albania: “Io sono stato ad Auschwitz, Birkenau, Dachau, ho visto quasi tutti i campi di concentramento e di sterminio, o quello che ne rimane, nazisti. Credo che proprio per la tragicità e unicità di quelle esperienze uniche nel catalogo nero dei crimini umani, queste espressioni dovrebbero essere evitate. Ci sono altri modi per esprimere il dissenso”, afferma.