Cronaca

Palasharp addio, Milano perde il suo storico palazzetto: ecco cosa sorgerà al suo posto

Il Palasharp di Milano, storico palazzetto inizialmente scelto come impianto olimpico per i Giochi del 2026 e poi scartato a causa degli elevati costi di ristrutturazione, verrà sostituito da un nuovo progetto. Il Comune di Milano, infatti, ha inserito l’area di 18mila mq nel piano casa deliberato venerdì 25 ottobre, con l’intenzione di avviare una manifestazione di interesse entro fine anno per collaborare con privati nella realizzazione del progetto .

L’assessore alla Casa, Guido Bardelli, ha annunciato ufficialmente il piano durante la commissione di mercoledì, concretizzando un’idea anticipata nei giorni scorsi, quando il Comune aveva promesso 10mila nuove abitazioni a prezzi contenuti. Il progetto prevede la costruzione di alloggi in edilizia residenziale sociale a canoni calmierati, con affitti che non superino gli 80 euro per mq. Questi appartamenti saranno destinati alla “fascia media” della popolazione, con redditi compresi tra 1.500 e 2.500 euro mensili, cioè persone che “rischiano di essere espulse da Milano” a causa dell’aumento del costo della vita, come spiegato da Bardelli.

L’area di via Sant’Elia rientra tra le quattro zone “pilota” selezionate per la prima fase del piano. Bardelli ha inoltre dichiarato “Stamattina sono stato anche dal presidente Spada, di Assolombarda, a presentare l’operazione, riceverò i segretari confederali la settimana prossima, sto parlando con tutti per dire che questa è una responsabilità di tutti, però obiettivamente penso che su un’operazione come questa i primi soggetti con cui parleremo nel rispetto di tutte le normative sulla trasparenza sono i soggetti che si occupano di ausili sociali”. Sebbene l’area del Palasharp perda la sua vocazione sportiva, l’assessore allo Sport, Martina Riva, ha espresso l’impegno a mantenere almeno in parte tale destinazione. “Cercheremo di salvare quella vocazione il più possibile, rendendo l’area accessibile, gratuita e a cielo aperto, in modo da garantire più che altro, se così si può dire, servizio pubblico esattamente in aree adiacenti a quelle che saranno le case”.