Emergono ulteriori dettagli su chi erano le ospiti "selezionate" dal magnate
Ogni giorno ormai ne salta fuori una. La vicenda dei “Freaks Off”, ossia i festini proibiti che si accendevano dopo i clamorosi “White Party” di Puff Daddy si arricchisce di ulteriori elementi. Il magnate dell’hip hop è in carcere e il processo per traffico e violenza sessuale dovrebbe celebrarsi il 5 maggio 2025.
Il New York Post ha raccolto una testimonianza anonima che evidenzia come il produttore fosse estremamente esigente con chi doveva partecipare alle sue feste. Una organizzatrice che ha lavorato a stretto contatto con Daddy dal 2004 al 2005 ha spiegato che per il rapper “teneva una bilancia in macchina per assicurarsi che nessuna delle ospiti pesasse più di 63 kg. Selezione all’ingresso con la pesata e c’era anche lui presente. Sempre sul peso se una ragazza era molto alta, c’era un po’ più di margine per avere l’ok. Naturalmente le ospiti dovevano essere giovani e sexy”.
E ancora: “Niente ciccia, niente cellulite. Niente piercing o tatuaggi eccessivi. Niente capelli corti. Dress code preciso: no a pantaloni, jeans, e scarpe basse. Ogni ragazza doveva indossare un abito da festa, preferibilmente molto corto, appena sufficiente a coprire le natiche, ma non più lungo di metà coscia con la scollatura bene in vista. E ognuna di loro doveva indossare dei tacchi a spillo. Daddy non ammetteva eccezioni i tacchi a spillo dovevano essere molto alti”.
Altro requisito era non chiedere assolutamente l’età delle ragazze. “All’epoca, ero molto giovane anch’io e onestamente pensavo che non chiedessimo loro l’età a causa delle divieto di alcol. Non sono mai rimasta per i Freaks Off e non avevo idea che queste ragazze fossero tenute a fare sesso con le persone”.
Un’altra fonte, una ballerina che si è esibita all’afterparty dgli MTV VMAs di Daddy del 2005, ha rivelato che le hanno pagato 250 dollari per ballare all’evento principale, ma le è stato detto che c’erano 1.000 dollari in più se fosse andata a casa di Diddy più tardi per ballare ancora, in veste privata. “Mi è sembrato losco – ha detto-, avevo solo 20 anni all’epoca, quindi non ci sono andata. Ma altre ragazze ci sono andate. Non hanno voluto parlare di quello che è successo lì”.
Intanto fioccano altre accuse giudiziarie. Puff Daddy è nuovamente accusato di violenza sessuale e aggressione stavolta su un bambino di dieci anni e un diciassettenne. Lui respinge le accuse: “Sono in cerca di pubblicità”. Il modus operandi del produttore e dei suoi complici era sempre lo stesso: promesse, adulazioni e droga dello stupro.