Cronaca

Scandalo spioni, i giornalisti del Sole 24 Ore chiedono chiarezza sul coinvolgimento della testata nell’inchiesta milanese su Equalize

Era dall’autunno del 2016, all’epoca dello scoppio dello scandalo delle copie digitali fasulle che ne gonfiavano spropositatamente la diffusione, che al Sole 24 Ore un’assemblea di redazione non durava quattro ore e mezza. Quel record è stato eguagliato ieri: nella sede milanese del quotidiano confindustriale (ma soprattutto da remoto, visto che i giornalisti sono quasi sempre tutti in smart working) si è tenuto un serratissimo incontro straordinario indetto dal comitato di redazione, l’organismo di rappresentanza sindacale dei cronisti del giornale economico. Al centro della discussione la vicenda degli “spioni” della Equalize: dalle carte dell’inchiesta milanese emergono più volte i nomi di giornalisti e manager della società editoriale quotata in Borsa.

Il primo nome che emerge è quello del giornalista Gianni Dragoni. L’inviato del Sole, che negli anni si è fatto la fama di uomo d’inchiesta specie nel settore della finanza, è una delle vittime dei dossier confezionati dalla società di investigazioni private di Milano. Secondo le carte dell’accusa, l’azienda dell’ex poliziotto Carmine Gallo e del presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali (ora autosospeso dalla carica), avrebbe raccolto abusivamente informazioni su Dragoni infiltrandone il cellulare, il pc e il tablet, arrivando persino a confezionare false chat WhatsApp tra il giornalista e il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini. Il tutto sarebbe scattato dopo che Dragoni aveva dedicato sul suo blog un articolo ai business di Pazzali. A Dragoni l’assemblea dei giornalisti del Sole ha deciso di dedicare un passaggio di solidarietà nel comunicato del CdR che è stato pubblicato oggi.

Ma dalle carte dell’inchiesta emergono anche altri nomi ai piani alti del Sole. Nel paragrafo 15.3 (“L’utilizzo dei dossier ricavati con dati illecitamente acquisiti”) delle carte delle indagini della Dda di Milano e della Dna che venerdì 25 ottobre hanno portato a sei misure cautelari e a un a sessantina di indagati, si spiega che “Pazzali tesse una rete di contatti e relazioni e la propria società rappresenta anche uno strumento di utilità in questo senso”: come emerge dalla telefonata del 7 ottobre 2022 “Pazzali chiede a Gallo di occuparsi di una necessità ‘investigativa’ che proverrebbe dell’ad del giornale Il Sole 24 Ore Mirja Cartia D’Asero”.

Da un altro passaggio dell’inchiesta, relativa alle fatture emesse dalla società Mercury Advisors, riconducibile ad alcuni degli indagati, emergono 26 fatture emesse tra il 28 febbraio 2021 e il 27 marzo 2023 a carico del Sole 24 Ore. Entrambe le circostanze sono state nettamente smentite da Cartia D’Asero, che non è indagata, la quale ha dichiarato di aver verificato lei stessa i contratti in essere.

In un’altra conversazione gli indagati parlano di un tentativo di contattare il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini. Si tratta di una captazione ambientale ottenuta il 18 ottobre 2022 nell’ufficio di Carmine Gallo nella sede di Equalize. Nunzio Samuele Calamucci dice: “Ho chiamato Zio Bello, gli ho detto, devo parlare con tua moglie!”, al che Gallo ribatte: “Col?” e Calamucci: “Direttore del Sole Ventiquattrore, perché così capiamo, avremo duemila documenti, tutto… bisogna solo capire chi cazzo cercare!”. Fatto che Fabio Tamburini (non indagato) smentisce seccamente: “Non capisco il senso di queste parole”.

Ma nelle carte emerge poi copiosamente l’utilizzo delle attività di spionaggio del gruppo Equalize da parte di Erg Spa che avrebbe commissionato “una vera e propria attività d’intercettazione telematica attiva mediante “Trojan” inoculato su numerosi device informatici in uso ad alcuni dipendenti della società genovese”. Sin dal luglio 2023 la società energetica avrebbe operato intercettazioni abusive a carico di 14 dipendenti per cercare di verificare se conducevano attività finanziarie in proprio, grazie alle informazioni confidenziali ottenute sul posto di lavoro, speculando sui mercati dell’energia a danno della stessa Erg. Nelle carte non viene citato, ma a capo della Erg c’è il presidente Edoardo Garrone (anche lui non indagato) che è pure presidente del Sole 24 Ore.

Di tutto questo si è discusso copiosamente ieri durante l’assemblea di redazione del Sole. Sul giornale di oggi compare così un comunicato sindacale nel quale, senza citarli per nome e cognome ma solo per funzione svolta, si chiede all’amministratore delegato e al direttore di fare la massima chiarezza sul coinvolgimento nelle carte dell’inchiesta Equalize, si esprime preoccupazione per le vicende pregresse del giornale (con un riferimento non troppo velato alla vicenda dello scandalo delle copie digitali fasulle) e si esprime solidarietà al giornalista Gianni Dragoni. Ora i giornalisti del Sole attendono totale trasparenza e risposte convincenti.