Era nascosta in bella vista, sotto gli occhi di tutti, coperta dalla fitta vegetazione della giungla nello Yucatan, in Messico, che, in qualche modo, l’ha praticamente cancellata dalla storia. Ora, però, un’antica città Maya è stata scoperta ‘per caso‘ da un dottorando che stava passando in rassegna i dati dei rilevamenti laser della zona. Tracce di piramidi, piazze, anfiteatri, campi sportivi, da qui l’inizio dello studio pubblicato martedì 29 ottobre sulla rivista Antiquity.
Valeriana, questo il nome che i ricercatori hanno dato alla città prendendo spunto dalla vicina laguna, risale a un periodo che va dal 250 al 900 d.C.. E sono oltre 6.500 gli edifici presenti tra le mura cittadine, cosa che fa pensare che quella rimasta nascosta sotto gli occhi di tutti fosse in realtà una delle città più grandi dell’antica civiltà Maya.
“Ero a qualcosa come la pagina 16 di una ricerca su Google quando ho trovato un’indagine laser effettuata da un’organizzazione messicana per il monitoraggio ambientale”, sono state le parole di Luke Auld-Thomas, il dottorando di archeologia della Northern Arizona University che ha dato il via allo studio. Una scoperta quasi casuale, ma iniziata grazie a un’intuizione, geniale, del giovane studente americano: consultare le mappe Lidar (Light detection and ranging) dell’area.
Quello Lidar è un metodo di rilevamento che, sparando migliaia di impulsi laser da un aereo, mappa le strutture sepolte sotto la vegetazione. Essendo, questa, una tecnica costosa e spesso di difficile accesso, Auld-Thomas ha dovuto aggirare il problema con un ingegnoso stratagemma: “Gli scienziati che si occupano di ecologia, silvicoltura e ingegneria civile hanno utilizzato i rilievi lidar per studiare alcune di queste aree per scopi completamente diversi. E se un rilievo lidar di quest’area esistesse già?”, ha raccontato il dottorando.
Passando al setaccio gli studi laser commissionati in precedenza, Auld-Thomas ha quindi scoperto un’indagine creata per misurare il carbonio nelle foreste del Messico. Così, lo studente si è trovato di fronte a una superficie di 129 chilometri quadrati nello Stato di Campeche. Se lì nessuno aveva cercato strutture maya, Auld-Thomas ha addirittura trovato le tracce di un grande insediamento.
Il valore della scoperta, inoltre, è direttamente proporzionale alla facilità con cui poteva essere fatta in precedenza. Valeriana, infatti, si trova a pochi chilometri di distanza dalla strada principale che porta a Xpujil, uno dei maggiori insediamenti maya esistente oggi.
“Tutte le caratteristiche di una capitale“: è stata presentata così la città che, presumibilmente, avrebbe ospitato dai 30 ai 50 mila abitanti nel periodo del suo massimo splendore. Tra piazze chiuse, templi e un campo sportivo, il centro cittadino era secondo per densità di edifici solo al sito di Calakmul. Valeriana, infatti, aveva un’estensione di circa 16 km quadrati, due quarteri principali e un bacino idrico che fa pensare ci vivesse una popolazione numerosa. Ancora sconosciuta, invece, la causa del declino della città, ma gli archeologi sostengono che il cambiamento climatico avrebbe giocato un ruolo fondamentale.
(Crediti: rivista Antiquity)